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Oggi vi porto a scuola, nella scuola che sarà, e lo faccio con Vitalba Azzollini, giurista. Perché? Perché, spiega Azzollini, anche se l'attività scolastica e didattica si svolgerà in presenza, i nodi da sciogliere sono ancora molti. Qualche esempio. L’obbligo di “green pass” per il personale scolastico sta portando a rincorrere soluzioni, perché i controlli non rallentino le attività nelle scuole. I fondi per lavori di edilizia leggera e affitti di spazi per la didattica sono appena stati assegnati, ma le lezioni riprendono fra pochi giorni. E intanto, il protocollo per la sicurezza continua a raccomandare di tenere «aperti gli infissi esterni».

C’è poi un punto particolarmente interessante, visto che ci aspetteremmo che sia stato previsto e attrezzato ormai da tempo: è il punto, assai importante, dei trasporti.

Il 31 agosto, il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha pubblicato le linee guida per L’organizzazione dei servizi nelle diverse modalità di trasporto. Si chiama così. E che cosa prevede? Ce lo spiega Azzollini: quanto al trasporto pubblico locale, si auspica “fortemente” «l’aumento delle corse dei mezzi di trasporto, soprattutto durante le ore di punta» e, tra le altre misure, si prevede una «attività di controllo» dei biglietti, nonché del rispetto «delle prescrizioni relative ai dispositivi di protezione individuale, da effettuare, nella prima fase di riavvio, prioritariamente a terra». Ci si chiede, scrive Azzollini, se il “controllore” riuscirà a farsi carico di interventi in casi di sovraffollamento, specie quando le persone devono andare a scuola o al lavoro e non trovano mezzi di trasporto sufficienti. Le linee guida reputano “fondamentale” l’attività dei “tavoli prefettizi” – che però stanno ancora lavorando. Entro il 2 settembre le regioni dovrebbero aggiornare i piani di gestione del trasporto pubblico locale in base alle indicazioni dei tavoli stessi, poi il ministro Giovannini incontrerà di nuovo i sindacati. Così conclude la giurista Azzollini, citando il Bianconiglio in Alice nel paese delle meraviglie: «Presto, che è tardi». Ecco, per la scuola siamo allo stesso punto.

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