Un mandato d’arresto, un piano secessionista, l’invio dell’ex guardia del corpo del premier ungherese: gli ultimi sviluppi in Republika Srpska appaiono mirabolanti. Ma dietro c’è un tentativo prolungato di destabilizzazione
Chissà se Madeleine Albright si sta contorcendo nella tomba: era stata proprio lei, da segretaria di stato Usa, a definire Milorad Dodik «una boccata d’aria fresca», un leader capace di contrastare i rigurgiti nazionalisti di fine anni Novanta, in tempi non lontani dagli accordi di pace di Dayton che trent’anni fa avevano placato la guerra in Bosnia ed Erzegovina. Invece è proprio Dodik oggi a vestire i panni del separatista e a sabotare attivamente non soltanto gli accordi di Dayton, ma gli equ



