Il ReArm si regge sulle deroghe al patto di stabilità che la premier aveva chiesto. Ora le rinnega, spintonata dalla Lega. Che intanto spalleggia il sabotatore Orbán
«Sono io a essere stata insultata», è la sinistra a essere «illiberale e nostalgica»: Giorgia Meloni resta sulla linea dell’assalto all’europeismo di Ventotene. Salvo poi appellarsi a Ursula von der Leyen quando resta senza margine di manovra. Era stata Meloni a invocare e celebrare come un proprio successo l’idea della deroga al Patto di stabilità per le spese aggiuntive in difesa, unico vero pilastro che regge la spesa altrimenti immaginifica («virtuale», per dirla con Meloni) di 650 miliardi



