L’EUROPA E LO STATO DI DIRITTO

Il primo passo di Bruxelles contro le derive di Orbán arriva fuori tempo massimo

European Commission President Ursula von der Leyen delivers a speech during a debate on the political priorities for the two years on, Tuesday, April 5, 2022 at the European Parliament in Strasbourg, eastern France. (AP Photo/Jean-Francois Badias)
European Commission President Ursula von der Leyen delivers a speech during a debate on the political priorities for the two years on, Tuesday, April 5, 2022 at the European Parliament in Strasbourg, eastern France. (AP Photo/Jean-Francois Badias)
  • Era il 2018 quando un rapporto Ue accertava l’attacco alla democrazia in Ungheria. Da allora Bruxelles non ha fatto che tergiversare. Ora la Commissione Ue annuncia la volontà politica di attivare il «meccanismo di condizionalità», e cioè la leva che vincola l’erogazione dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto.
  • La scelta di comunicare questo passo il 5 aprile, cioè dopo le elezioni nelle quali Orbán ha stravinto, non è dovuta a una improvvisa presa di coscienza sulle sue derive illiberali. Al contrario. Ursula von der Leyen ha rispettato fino all’ultimo l’accordo siglato durante l’era Merkel con l’autocrate ungherese. Quell’accordo prevedeva proprio di non intervenire con il meccanismo fino alle elezioni.
  • C’è di più: Bruxelles sta negoziando con la Polonia il via libera al suo Recovery plan. Significa che, dopo aver agito troppo tardi con Budapest, l’Ue acconsente a un compromesso con l’altro grande paese che viola lo stato di diritto. 

Per continuare a leggere questo articolo