calcio e sovranismo

Per capire la politica di Orbán bisogna inseguire il pallone

(In campo come al governo, il premier ungherese ha uno stile aggressivo ed è pronto a riscrivere le regole.\\u00A0Foto AP)
(In campo come al governo, il premier ungherese ha uno stile aggressivo ed è pronto a riscrivere le regole. Foto AP)
  • «Il perimetro della nostra libertà è segnato dal livello di potere che saremo in grado di conquistare», parole di Viktor Orbán. L’ossessione per il potere è da sempre la sua cifra, e il gioco del calcio ne è la metafora. Anche in campo, il premier ha smania di vittoria ed è disposto a riscrivere le regole.
  • «Se mai Orbán ha sognato di far qualcosa di diverso dal politico, è diventare una specie di José Mourinho», dice Daniel Nolan, ricordando il suo faccia a faccia con il premier nella lussuosa “sky box” della Pancho Arena. La costruzione di questo stadio, che affaccia sulla casa di Orbán, è un esempio di come la sua ossessione per il calcio sia indistinguibilmente privata e politica.
  • Orbán ha politicizzato il calcio, sia dal lato ideologico, con l’aspirazione alla gloria della nazione, che pragmatico: il pallone è uno dei tanti ambiti che il premier controlla, gestisce e sfrutta anche con la leva economica. «Per gli stadi, i soldi ci sono sempre. Anzi, sempre di più. A noi invece li toglie». Kata Tutto è la vicesindaca di Budapest, la capitale sia dell’Ungheria che dell’opposizione a Viktor Orbán. Racconta come il premier sta legando le mani alla città.

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