In Ue le destre «scudano» il governo Meloni: salta la missione sullo stato di diritto

«Shielding Meloni». Lo scudo dei Popolari europei per coprire Giorgia Meloni: su questo apriva la newsletter del giovedì di Politico, con la quale si sveglia l'establishment Ue. «Il Ppe, contando per questa manovra sul supporto di destra ed estrema destra, ha bloccato una missione che gli europarlamentari pianificavano di svolgere in Italia per verificare le condizioni dello stato di diritto nel paese». La mossa è rivelatrice di dinamiche in corso da anni: il leader del Ppe, Manfred Weber, ha avviato coi Conservatori meloniani un’alleanza tattica già nel 2021; gli sviluppi vanno dall’elezione a presidente d’aula di Roberta Metsola, amica della destra italiana, coi voti dei Conservatori ( 2022), passando per la collaborazione tra Meloni e Ursula von der Leyen (che durante la campagna per le europee definì la leader italiana «un'europeista pro stato di diritto»), fino alla normalizzazione dell’alleanza tra destre in Europarlamento. Già nello scorso mandato il Ppe testò il voto congiunto con le destre estreme su alcuni dossier. La forzatura è sempre più spinta, come si è visto il 13 novembre, quando i Popolari hanno fatto fronte comune con Conservatori, Patrioti ed Esn per dare il turbo alla deregulation socioambientale. L’Ue svolta a destra: il Ppe fa squadra coi Patrioti per spingere la deregulation Il caso della missione saltata è l’ennesimo segnale della spregiudicatezza tattica di Weber. Appena due mesi fa (era il 25 settembre) pure la coordinatrice del suo stesso gruppo politico, Lena Düpont, aveva dato il via libera alla missione italiana in sede di commissione europarlamentare (il Libe Committee). Quel via libera era arrivato – come Politico sottolinea – «in quanto parte di un pacchetto concordato dal Ppe, dai socialdemocratici e da Renew» (la “maggioranza Ursula”). «Includeva il sì anche a una missione in Spagna», dato che le destre rovesciano contro il governo Sánchez le accuse sulla rule of law. Prima Weber ha lasciato che la commissione desse il via a entrambe le missioni. Poi mercoledì ha usato la conferenza dei presidenti (la capigruppo) dell’Europarlamento per far saltare una delle due, quella nell’Italia di Meloni, evitando così alla premier amica imbarazzi, magari proprio durante la campagna referendaria. I coordinatori della commissione Libe (Düpont per il Ppe) avevano infatti concordato, tra le missioni del primo semestre 2026, quella in Italia (su raccomandazione del gruppo di lavoro su democrazia, rule of law e diritti fondamentali). In cordata con le destre di vario conio, Weber ha piegato ai propri fini l’articolo 27 del regolamento europarlamentare sulle attribuzioni della conferenza dei presidenti: in modo irrituale ha fatto saltare la decisione prese dalla commissione competente, assecondato dalla sua pupilla Metsola (si fanno troppe missioni, serve una revisione, è l’argomento da lei usato stando a Politico). Il capogruppo meloniano dei Conservatori, Nicola Procaccini, festeggia: «La maggioranza è cambiata, non è più così facile per le sinistre usare le missioni a fini politici». Su tutte le furie i pentastellati. Il Pd protesta – «Il clima è pesante», dice Sandro Ruotolo – ma insiste: «Siamo ancora in maggioranza». Dalla difesa ai nuovi equilibri, Procaccini: «L’Ue va dove non osavo sperare»