«La Francia è rimasta traumatizzata», spiega Gérôme Truc, sociologo che da vent’anni studia la reazione sociale agli attentati. «Dopo il 13 novembre siamo scivolati in qualcos’altro», dice Magali Lafourcade, magistrata e segretaria generale della Commissione nazionale consultiva dei diritti dell’uomo (Cncdh). «Siamo entrati in un regno del sospetto senza precedenti, soprattutto nei confronti dei musulmani», aggiunge Thomas Dumortier, specialista di diritti civili e discriminazioni
«Se Parigi fosse un corpo umano, sarebbe ricoperto di cicatrici». Le parole di Arthur Dénouveaux, presidente dell’associazione di vittime Life For Paris, risuonano come una dichiarazione d’amore verso la città dove è nato e in cui ha quasi perso la vita. Sono passati dieci anni da quella serata al Bataclan, quando, nel bel mezzo del concerto degli Eagles of Death Metal, una raffica di kalashnikov ha interrotto la musica e lasciato nel parterre i corpi senza vita di 130 persone, ferendone altre 4


