- Per troppo tempo l’Europa ha fatto finta di non vedere la natura illiberale del regime di Viktor Orbán e l’uso che Putin ne ha fatto. Ora anche l’ultimo argine è caduto: non c’è opposizione che tenga, il leader di Fidesz ha stravinto in Ungheria; è riconfermato anche il sodale serbo Vucic.
- Zoltán Kovács, esponente di governo e braccio destro di Orbán, intervistato da Domani, non esita a invocare «rapporti normali» con Mosca. Una dichiarazione affine arriva poi da Putin, che si congratula con il premier ungherese.
- Dopo queste elezioni Orbán gode di una maggioranza inedita e come se non bastasse nel parlamento ungherese fa il suo ingresso Mi Hazánk, una forza di estrema destra che si richiama a formazioni paramilitari e neonaziste. Oltre a Salvini e Meloni, c’è anche l’estrema destra francese che esulta. Domenica la Francia vota il suo presidente della Repubblica. L’Europa rischia anche l’effetto contagio.
«Con la Russia servono rapporti normali», dice il governo ungherese. «Dobbiamo rinsaldare le nostre relazioni bilaterali», fa eco Vladimir Putin. Per troppo tempo l’Europa ha fatto finta di non vedere la natura illiberale del regime di Viktor Orbán e l’uso che Putin ne ha fatto. Ora anche l’ultimo argine è caduto: non c’è opposizione che tenga, il leader di Fidesz ha stravinto in Ungheria, e nel contempo è stato riconfermato con ampio margine anche l’altro sodale di Putin e Xi Jinping, il presi



