Da poco, e su spinta di Londra, l’aborto nel paese è stato depenalizzato. Ma il governo nordirlandese, orientato dagli antiabortisti, non stanzia i fondi per il servizio. Il diritto rimane sulla carta, le donne sono costrette a viaggiare in pandemia o contano sulla generosità di medici coscienziosi
- Nel 2019 è dovuto intervenire il parlamento britannico per esigere dal governo nordirlandese che depenalizzasse l’aborto.Ma Belfast non stanzia i fondi per garantire il servizio: dice che la questione è “controversa”.
- Al potere c’è il partito unionista, antiabortista. In piena pandemia, le donne sono costrette a viaggiare (quando è possibile) per abortire in Inghilterra, corrono rischi; alcune hanno tentato il suicidio.
- Molti medici prestano il servizio anche se non pagati, per coscienziosità. La Northern Ireland human rights commission ha appena avviato un’azione legale contro il governo.
Che cosa succede in un paese se la legge tutela il diritto all’aborto ma il governo non è d’accordo e fa di tutto per ostacolarlo? Anzi, più esattamente, non fa nulla pur di ostacolarlo? Il paese è l’Irlanda del Nord dove l’aborto è stato depenalizzato, anche se non da molto. Eppure, come dice Les Allamby della Northern Ireland human rights commission, «il servizio spesso non è garantito. Così per le donne un’opzione è quella di andare ad abortire in Inghilterra. Farlo è gratis, ma c’è un mare d



