la maggioranza ursula frana sul green deal

Dal 2035 basta auto a benzina ma i partiti europei si spaccano

Paulo Amorim
Paulo Amorim
  • Dal 2035 stop ad auto inquinanti a benzina, diesel e gpl. Non è l’unica scossa arrivata dall’Europarlamento. Il terremoto è anche politico: lo scontro sul clima andato in scena in aula ha riverberi politici forti in Europa e di riflesso anche in Italia. Divide nitidamente il fronte anti clima di destra e quello progressista pro green. «Non è vero che destra e sinistra non significano più nulla», commenta Enrico Letta da Roma. 
  • Pur di annacquare il pacchetto sul clima Fit for 55, i popolari hanno abbandonato ogni sorta di inibizione verso l’estrema destra. Hanno fatto alleanze tattiche coi conservatori di Meloni e votato assieme ai sovranisti di Id, compresa la Lega, secondo lo schema già inaugurato a gennaio con l’elezione di Roberta Metsola. «Il Ppe guidato da Weber si rifiuta di affrontare la sfida climatica, si aggrappa al passato e si arrabatta con la destra estrema. Ma la cosa più spaventosa è che facendo così indebolisce la stessa Commissione a guida Ppe: Ursula von der Leyen, diversamente da Weber, ha puntato sul piano verde»: è l’analisi di Philippe Lamberts, che presiede il gruppo dei Verdi.
  • Sul clima si delinea il fronte progressista, con socialdemocratici (Pd), verdi,  sinistra, e su alcuni dossier i liberali. Il capogruppo Pd Brando Benifei mette in discussione la maggioranza Ursula: «La mia prospettiva non è quella di continuare a lavorare col Ppe. Abbiamo eletto una presidente, von der Leyen, ma sui provvedimenti si ragiona in autonomia».

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