«Ventotene secondo me è un luogo vivo riguardo il futuro del mondo: rappresenta quello che un’epoca, come quella fascista, ha cercato di mettere a tacere e rappresenta la vittoria della libertà e dei principi della democrazia sulla dittatura. Il confino di queste grandi menti del pensiero democratico e federalista ha portato alla creazione di nuove idee per il futuro». Matteo, 16 anni, si riferisce al confino nell’isola di Ventotene sotto il regime fascista, dove Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi hanno scritto nel 1941 (su delle cartine da sigarette), il saggio Per un’Europa Libera e Unita. Progetto per un Manifesto, testo oggi noto con il nome di Manifesto di Ventotene.

(Il seminario di Ventotene. Foto di Eliana Capretti)

«Ventotene è il connubio perfetto tra la storia e noi partecipanti al seminario: collegare la memoria di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi con i progetti e le riflessioni di noi giovani rende Ventotene un luogo vivo e stimolante» spiegano Isabella ed Elena, 18 anni, appena diplomatesi a scuola.

Mattarella, Borrell e 150 ragazzi

Matteo, Elena e Isabella, insieme ad altri 150 giovani, hanno preso parte alla quarantesima edizione del seminario di Ventotene, luogo di incontri, riflessioni e dibattiti sul federalismo europeo e le sfide globali che l’Europa deve affrontare.

(Josep Borrell a Ventotene. Foto di Samuele Giatti)

Oltre ai giovani, molte figure importanti hanno partecipato a questa edizione del seminario: il presidente Sergio Mattarella, l’alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza Josep Borrell e gli europarlamentari Brando Benifei, Fabio Massimo Castaldo, Sandro Gozi, Silvia Costa, Domènec Ruiz Devesa e Guy Verhofstadt. Indipendentemente dalla loro appartenenza politica, tutti hanno affermato l’attualità delle proposte contenute nel Manifesto di Ventotene con una visita simbolica alla tomba di Altiero Spinelli sull’isola.

(Gli europarlamentari e l'alto rappresentante Ue a Ventotene davanti alla tomba di Altiero Spinelli. Foto di Samuele Giatti)

L’attualità del Manifesto

Ma perché il Manifesto di Ventotene rimane attuale a distanza di ottant’anni? Ce lo dicono i ragazzi: Diletta Alese, attivista della Gioventù federalista europea, ci spiega come la crisi che sta vivendo l’Europa oggi è simile a quella degli anni Trenta e Quaranta del Novecento: «Il pericolo e le degenerazioni del dispotismo e del nazionalismo sono ancora presenti, così come le condizioni per uno stato permanente di guerra, di incertezza e di conflitto». Il Manifesto di Ventotene offre una soluzione a questo problema, con l’istituzionalizzazione dei conflitti tramite la creazione di un potere transnazionale europeo con sovranità su alcuni settori, come la politica estera e la politica fiscale.

(Fabio Massimo Castaldo, Luisa Trumellini, Diletta Alese e Sebastiano Puoto durante un evento del seminario con giovani federalisti ed europarlamentari. Foto di Eliana Capretti)

Parlando proprio di politica estera, Giulio Saputo, attivista della prima ora del seminario federalista, spiega come un’Europa con una politica estera unica può affrontare in maniera efficace le crisi, come quella Afghana, Libica o Ucraina. «Ventisette politiche estere diverse portano alla frammentazione del continente. Il Manifesto già parlava della necessità di un esercito europeo e di un’unica politica estera capace di far fronte alle crisi strutturali».

Le crisi e l’impegno

Facendo riferimento per esempio alla crisi migratoria, Andrea Fiori, 25 anni, sindaco di Montopoli di Sabina, partecipa al seminario federalista da anni e si sta impegnando per accogliere i rifugiati afghani nel suo comune. «Trovarmi in un contesto stimolante con tanti giovani in gamba, proiettati verso una dimensione politica transnazionale, mi ha dato un input fondamentale alla mia carriera politica. Ventotene ha rafforzato qualcosa che avevo già dentro, la voglia di impegnarmi nel sociale e nella politica». 

(I ragazzi durante il seminario. Foto di Samuele Giatti)

E sulla politica economica dell’Ue, ci spiega Matteo Gori, 26 anni, presidente della Gioventù Federalista Europea, sul perché il Manifesto di Ventotene è un testo attuale in merito: «Abbiamo rotto un muro di sovranità monetaria con l’euro, ma manca rompere l’altro muro di sovranità fiscale da dare all’Ue. Regioni economicamente diverse come sono quelle dell’area euro e dell’Ue hanno bisogno di un governo federale».

Da Brexit all’Europa federale

Il seminario dà la possibilità di incontro anche a chi in Europa non fa più parte: Chris Powers, cittadino inglese, spiega come Ventotene sia un ottimo luogo di confronto tra persone provenienti da diverse parti d’Europa e del mondo, e ci tiene anche a ricordare che «il federalismo inglese ha influenzato il pensiero di Altiero Spinelli, un pezzo di storia del Regno Unito completamente dimenticata».

E dunque, cosa poter fare per realizzare le idee che nascono a Ventotene durante i seminari? Antonio Argenziano, segretario della Gioventù federalista europea, racconta come il movimento stia elaborando delle proposte per la Conferenza sul futuro dell’Europa: «Abbiamo visto come molti strumenti istituzionali europei siano risultati obsoleti e lenti a rispondere alle crisi che stiamo vivendo. La Conferenza dovrebbe rappresentare il superamento di questi strumenti. Ci stiamo confrontando con varie realtà associative per fare delle proposte su temi come l’emergenza climatica, l’abolizione del diritto di veto in sede di Consiglio europeo e l’implementazione delle risorse proprie».

Spazi futuri

Ma perché proprio Ventotene è un luogo che invita alla riflessione? Andrea Caciagli, 29 anni, regista e autore del documentario sul seminario di Ventotene Buon Vento dice che: «La cosa più bella del seminario percepita da fuori (nel mio caso, da regista), è la possibilità di fare questa esperienza culturale, formativa, didattica e politica in uno spazio aperto, come quello dell’isola, il quale invita alla libertà di pensiero. La apartiticità del contesto aiuta anche a questo senso di libertà».

È lo stesso fascino percepito da Andrea Stabile, che da studente di 24 anni di scienze infermieristiche ha deciso di dedicare il suo tempo libero al federalismo europeo, perché vuole portare tra i giovani «il messaggio di unità tra le nazioni contenuto nel Manifesto di Ventotene».

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