ELEZIONI PRESIDENZIALI FRANCESI

Da presidente di guerra a candidato dimezzato, Macron alla prova del voto

  • Nei primi giorni dell’aggressione in Ucraina la figura del presidente in guerra si sovrappone a quella di Macron candidato. Una campagna elettorale in sordina e una comunicazione incentrata sugli sforzi diplomatici dell’Eliseo garantiscono a Macron l’«effetto bandiera», e i sondaggi sono favorevoli.
  • Ma di recente la situazione è cambiata: la leader del Rassemblement National è sempre più vicina nelle rilevazioni, e questo preoccupa la République en Marche soprattutto in vista del ballottaggio. Ora la strategia diventa «ridiabolizzare» Marine, ricordando i suoi rapporti con Putin.
  • Basterà? Intanto lo scandalo McKinsey e il tema del potere d’acquisto incrinano la capacità del presidente di tenere saldo a sé il consenso dei francesi.

Emmanuel Macron è l’unico dei candidati alle presidenziali francesi a trovarsi già all’Eliseo e sapere con certezza di dover affrontare sia il primo turno, domani, sia il ballottaggio. La sua, più che una corsa, è una maratona. Marine Le Pen lo incalza nei sondaggi, e nel giro di qualche giorno la distanza tra i due si è incredibilmente ristretta. Il giorno in cui Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina, i sondaggi davano al presidente-candidato il 30,5 per cento di voti al primo turno. La leade

Per continuare a leggere questo articolo