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All’uscita delle prime proiezioni le facce si contraggono in una smorfia. Le preoccupazioni per l’esito del voto erano note, ma perdere lo status di primo partito non era previsto. Gli otto punti percentuali che la Cdu ha perso rispetto al 2017 pesano tremendamente in questo finale inglorioso dell’eredità merkeliana.
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Il partito guidato da Armin Laschet incassa il peggiore risultato della sua storia. L’uomo della serata è Scholz, il candidato della Spd che rivendica la cancelleria. Inizia il corteggiamento a liberali e Verdi per una coalizione.
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La speranza è che l’ultima parola non sia ancora stata detta, cioè che lo spoglio dei voti per posta possa ribaltare il risultato. Ma nessuno da queste parti è convinto.
«Povera Germania», dice una signora bionda con una maglia rossa coi glitter mentre resta indecisa tra le patate e l’insalata del buffet alla serata elettorale della Cdu di Charlottenburg, uno dei quartieri più ricchi di Berlino. Lei e gli altri militanti hanno appena realizzato che il partito, quello della cancelliera Angela Merkel, che ha guidato il paese per sedici anni, ha ottenuto il peggior risultato della sua storia. All’uscita delle prime proiezioni le facce si contraggono in una smo



