Prepararsi alla durezza dei mesi autunnali e invernali e contrastare la crisi energetica. È questa la priorità per le cancellerie europee che hanno cominciato a pensare, forse in ritardo, a piani di risparmi e razionamenti.

Giovedì pomeriggio il prezzo del gas nel mercato di riferimento europeo di Amsterdam ha raggiunto i 320 euro per megawattora (MWh). Un record assoluto, causato anche dalla prossima chiusura dal 31 agosto al 2 settembre del gasdotto Nord Stream 1 che collega Russia e Germania. Esigenze di manutenzione, fanno sapere le fonti ufficiali, ma il sospetto che il blocco si inserisca nella guerra energetica tra Mosca e l’Europa è reale.

Come la possibilità che il Cremlino possa interrompere totalmente i suoi rifornimenti. In sede europea si discute del tetto ai prezzi del gas importato dalla Russia, con il premier Mario Draghi in testa. Un’opzione appoggiata dalla Repubblica Ceca, presidenza di turno dell’Unione europea, che sta anche ipotizzando la convocazione di un consiglio straordinario sull’energia.

Italia: pronto il piano, ma no ai razionamenti

In Italia, alle prese con l’insolita campagna elettorale estiva, la gestione del caro energia è in mano al governo dimissionario di Mario Draghi. Dal meeting di Rimini, il premier ha sottolineato come gli stoccaggi abbiano superato l’80 per cento, in linea con l’obiettivo del 90 per cento entro ottobre, e che un eventuale blocco del gas russo avrebbe «un impatto minore».

L’esecutivo per ora ha ideato una vasta campagna pubblicitaria da settembre per sensibilizzare i cittadini al risparmio dei consumi. Nel frattempo è pronto un piano che verrà presentato nei prossimi giorni, ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Per stessa ammissione di Draghi, dipenderà da quanto gas verrà a mancare durante l’inverno. Attualmente, però, non sono previsti razionamenti o limiti ai consumi domestici.

Francia: finita «l’era dell’abbondanza»

Ha fatto molto discutere il recente discorso del presidente francese Emmanuel Macron durante una riunione del governo, in cui ha parlato di un «punto di non ritorno», di fine dell’età dell’abbondanza e della spensieratezza per la Francia e per le democrazie occidentali.

Frasi che non sono piaciute a Philippe Martinez, segretario della Confédération générale du travail, e al leader della coalizione di Nupes Jean-Luc Mélenchon, che hanno attaccato Macron per la leggerezza con cui ha usato certe parole. Parigi ha scorte per 118,2 TWh, con un indice di riempimento all’89,81 per cento. Per limitare il consumo di gas ed energia, tuttavia, è già pronto il divieto di insegne pubblicitarie luminose dall’una alle sei del mattino che dovrebbe entrare in vigore dalla fine dell’estate.

Così come il divieto di tenere le porte aperte per negozi e attività commerciali quando sono accesi i climatizzatori. L’Agenzia per la gestione dell’ambiente e dell’energia ha fatto i conti: uno schermo digitale Lcd di due metri quadrati consuma 2.049 kWh ogni anno, ovvero quanto una famiglia consuma in media ogni anno usando elettrodomestici e illuminazione.

Germania: taglio a riscaldamenti e illuminazione

La Germania è forse la nazione tra le grandi d’Europa a essere più in difficoltà, vista l’estrema dipendenza da Mosca. Il prezzo dell’energia elettrica è arrivato a oltre 700 euro megawattora. Solo pochi giorni fa è trapelata un’indiscrezione riguardo una possibile estensione dell’attività di tre centrali nucleari, che frenerebbe almeno temporaneamente la denuclearizzazione del paese.

Il flusso di gas che arrivava dal Nord Stream 1 è stato ridotto dalla Russia al 20 per cento della capacità, anche se Berlino ha immagazzinato 196,82 TWh con un indice all’80,65 per cento. Il 24 agosto il governo ha varato alcune misure, annunciate dal ministro dell’Economia Robert Habeck, per cercare di risparmiare energia: i monumenti non saranno illuminati dalle 22 alle 6 del mattino e negli edifici pubblici la temperatura non potrà superare i 19 gradi, con deroghe per scuole, asili e strutture sanitarie. La popolazione è stata invitata alla responsabilità, «affinché anche le famiglie contribuiscano alla riduzione del consumo di gas», ha spiegato Habeck. L’obiettivo è risparmiare tra il 2 e il 2,5 per cento del gas.

Regno Unito: scatta lo sciopero delle bollette

Il Regno Unito non dipende dalla Russia per i rifornimenti di gas, ma potrebbe dover far fronte a un’impennata dei prezzi se la domanda dovesse aumentare a livello continentale.

Londra ha previsto, nel peggiore dei casi, dei piani per interrompere parzialmente la corrente elettrica a fabbriche e abitazioni. Intanto però i prezzi dell’energia salgono e il servizio sanitario britannico (Nhs) ha avvisato il governo che, se non interviene, le famiglie in difficoltà dovranno scegliere tra l’uso dei condizionatori e l’acquisto di beni di prima necessità.

Una scelta che potrebbe potenzialmente causare migliaia di morti a causa del mancato riscaldamento delle abitazioni. E contro il caro energia è partita la campagna di protesta «Don’t pay Uk», con più di 100mila persone che hanno promesso di non pagare più le bollette nei prossimi mesi.

© Riproduzione riservata