Ormai lo chiamano il “G6 + 1”: il presidente Usa è una variabile a sé. Ma invece di fare da contrappeso alle forzature trumpiane, gli europei lo assecondano, da Israele ai dazi
Lo hanno ribattezzato «il G6 + 1», dato che gli Usa trumpiani sono una variabile a sé. Il G7 in corso è l’occasione per Giorgia Meloni di avere incontri ravvicinati con quei capi di stato e di governo europei – Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer – che sul Medio Oriente, come già sull’Ucraina, si muovono in «coordinamento stretto» (l’espressione è del cancelliere) e che in differita la coinvolgono. Prima che si entrasse nel vivo delle trattative, la premier si è coordinata con Germania



