Merz mette nel mirino AfD e Weidel fa la voce russa

Hauptgegner. “Avversario principale”. Il termine che ha scelto Friedrich Merz per definire il nuovo rapporto della Cdu con gli estremisti di AfD è tutt’altro che casuale. È la stessa parola che scelsero i cristianodemocratici in campagna elettorale per definire i Verdi, che alle ultime elezioni federali sono andati piuttosto male e ora galleggiano intorno all’11-12 per cento nei sondaggi. Gli ambientalisti – è il messaggio – sono stati ridotti all’insignificanza dalla corazzata turchese di Merz. Che ora vorrebbe vedere lo stesso destino per AfD, nonostante dalle elezioni a oggi l’estrema destra non abbia fatto che incrementare i propri consensi nei sondaggi e ai voti regionali e amministrativi che sono andati in scena in questi mesi. La situazione è grave, per questo la Cdu lunedì scorso si è riunita per valutare le opzioni disponibili dopo che alcuni ex maggiorenti si sono espressi nelle ultime settimane a favore della possibilità di ammorbidire il cordone sanitario che separa cristianodemocratici ed estremisti. «A destra della Csu (il partito gemello bavarese della Cdu, ndr) c’è solo il muro»: la citazione è di Franz Josef Strauss, padre fondatore della Csu e pilastro della destra tedesca dal dopoguerra fino agli anni Ottanta. Per tutta la vita democratica tedesca minuscole formazioni «al limite destro» dell’arco parlamentare hanno sfidato i partiti tradizionali, ma nessuna è mai riuscita a mettere davvero in difficoltà i democristiani. Il fatto che Merz ora abbia deciso di scegliersi Alice Weidel come avversaria principale da questo punto di vista è anche la legittimazione di un ruolo, per lo meno di quello di nemico da battere. Affinità elettive Che la sfida finale sarebbe stata non con i Verdi decimati, né con la Spd ridotta ai minimi termini dai tempi della sua fondazione, ma con la Cdu, «indisponibile» a un’alleanza che dal suo punto di vista risolverebbe la gran parte dei problemi dei tedeschi, Weidel l’aveva capito da tempo. Fin dalla notte elettorale, il suo partito sfrutta ogni occasione per accusare Merz di scarsa collaborazione. La Cdu finora si è guardata bene dal tornare a collaborare con gli estremisti com’era successo a inizio anno, alla fine dell’ultima legislatura, quando la presentazione di una mozione comune aveva provocato una pioggia di critiche al partito del cancelliere. Ora, in realtà, almeno questo aspetto potrebbe ammorbidirsi. Durante la riunione interna al partito, i cristianodemocratici hanno discusso della possibilità di accettare i voti di AfD nei casi in cui ci si troverà a governare in coalizioni di minoranza. Il riferimento è alla Sassonia-Anhalt: si vota l’anno prossimo, ma i sondaggi che danno l’estrema destra al 40 per cento stanno facendo venire i brividi ai big della Cdu già adesso. Complice il fatto che Verdi e Spd potrebbero addirittura rimanere fuori dal parlamentino regionale, mentre i rossobruni di BSW dovrebbero riuscire a superare la soglia di sbarramento, AfD e Linke potrebbero arrivare insieme a detenere oltre la metà dei seggi. Risultato sempre più probabile, un governo di minoranza appeso di volta in volta ai voti di Linke o, appunto, di AfD. Eppure, una collaborazione su norme specifiche non sarebbe un unicum. A chiedere una maggiore flessibilità sulla potenziale collaborazione con l’estrema destra, oltre agli ex maggiorenti, sono anche i circoli della Germania est, dove AfD – come nel caso della Sassonia-Anhalt – ormai ha consensi a livelli preoccupanti. Ma a guardare i dati, la “cooperazione diretta”, come l’hanno chiamata gli studiosi che hanno fatto i calcoli, cioè il sostegno da parte dei partiti tradizionali di una proposta dell’estrema destra, c’è già stata nel 19 per cento delle migliaia di azioni legislative a livello comunale che hanno analizzato. E, soprattutto, non ci sarebbe grande differenza tra i comuni dell’est e quelli della Germania ovest, nonostante l’AfD nei Land orientali può vantare tutt’altro livello di consensi. Lo Spiegel riporta anche altri dettagli della riunione interna della Cdu. In particolare, il settimanale cita due studi interni commissionati dal partito, uno sugli elettori dell’estrema destra e l’altro sulle prospettive di coalizione con partiti come AfD. Irrecuperabili Il primo rivela come sia praticamente impossibile recuperare gli elettori che hanno scelto il partito di Alice Weidel – magari dopo aver votato per una vita proprio i cristianodemocratici. Insomma, non basta fare una politica convincente per convincere la gente. Merz scommette contro AfD. Ma gli elettori di estrema destra sono irrecuperabili Il secondo analizza la situazione dei partiti alla destra della Cdu, anche in ambito internazionale. E soprattutto scagiona Angela Merkel dall’accusa che le è stata mossa in passato proprio da Merz di aver agevolato la crescita di AfD con la sua gestione del partito. Anche dopo il cambio di leadership infatti la crescita dell’estrema destra non si è arrestata, esattamente come nel resto del mondo. Nel novero dei partiti di destra, dal punto di vista della fondazione Konrad Adenauer che ha elaborato lo studio, Weidel e i suoi si collocano poi molto più a destra di altri partiti europei, tra cui anche con FdI. Con i meloniani, «populisti di destra moderati», sarebbe infatti possibile un’alleanza, mentre è «impensabile» con AfD, che è caratterizzata da un’impostazione «opposta al sistema». Ma, soprattutto, dallo studio emerge la consapevolezza che non c’è nessun tipo di “addomesticamento” di quei partiti in caso di collaborazione. L’esempio principe che lo studio cita è quello dell’Austria, dove la FPÖ viene regolarmente inclusa nelle coalizioni di governo dai primi anni Duemila, il giudizio è devastante: «Nel migliore dei casi è stato temporaneamente mostrato il vero volto dei partiti, ma nel lungo periodo l’estrema destra non ha perso la capacità di affascinare gli elettori». Doppio binario A partire da questa consapevolezza, Merz ha deciso per uno stile su due binari. Da un lato promette di escludere senza se e senza ma una collaborazione, dall’altra propone un approccio law and order e una scelta di vocabolario sempre più vicina a quella di Weidel. Negli ultimi giorni ha colpito una sua dichiarazione a proposito dell’immigrazione che includeva una lamentela sullo Stadtbild, il paesaggio urbano attuale delle città tedesche. Di fronte a una richiesta di chiarimento su questa espressione, il cancelliere ha risposto in maniera dura: «Chiedete alle vostre figlie». Provocando tra le altre cose una protesta delle donne non contente di sentir parlare in loro nome un uomo bianco di settant’anni sotto alla sede del suo partito. Germania, Merz sprofonda nei sondaggi: l’incubo di una AfD forte anche a ovest Resta il fatto che, nonostante e forse proprio per il suo successo nei sondaggi, l’AfD continua a fare la cosa che fa meglio, cioè sé stessa. Dichiarazioni irripetibili al Bundestag, polemica quotidiana sui migranti e collaborazione con regimi quantomeno opachi. Dopo la condanna in primo grado dell’assistente di Maximilian Krah, deputato ex capolista alle europee disposto a dichiarare che in fondo le Ss avevano fatto anche cose buone, che è stato giudicato colpevole di aver fatto la spia per conto del governo cinese, anche la Russia resta grande protagonista nell’attività politica di Weidel e dei suoi. È della settimana scorsa la denuncia del ministro dell’Interno della Turingia sulle interrogazioni “particolari” presentate dai parlamentari AfD del suo Land. I dubbi che pongono all’indirizzo del governo regionale sono spesso relativi alle infrastrutture critiche per la sicurezza, per il traffico, le forniture d’acqua, quelle digitali ed energetiche. «Quasi che a stenderle sia il Cremlino» dice Georg Maier.