I FALCHI CONTRO LA PROPOSTA DI BRETON E GENTILONI

Germania e Olanda bloccano anche l’idea di prestiti comuni

(Rutte e Scholz insieme il 4 ottobre. Foto AP)
(Rutte e Scholz insieme il 4 ottobre. Foto AP)
  • Sull’energia l’Europa torna a dividersi tra falchi e colombe, tra nord e sud, dove il nord è il centro politico ed economico. In questa crisi dei prezzi, Berlino con la complicità di Bruxelles ha proiettato l’Ue indietro di oltre dieci anni, quando la crisi era quella finanziaria e la parola “austerità” non era associata all’energia.
  • Dopo aver frenato da mesi sul tetto ai prezzi del gas e su altri provvedimenti comuni, la Germania fa da sé e si attrezza coi suoi 200 miliardi di scudo. La Commissione, che a traino di Berlino aveva schivato ogni intervento radicale di riconfigurazione del mercato dell’energia, si ritrova ora con la “locomotiva tedesca” che rischia di distorcere proprio il mercato comune.
  • Paesi come Spagna e Italia hanno provato a rianimare le «strategie comuni». Un francese e un italiano, i due commissari europei Thierry Breton e Paolo Gentiloni, hanno tentato di imbastire una exit strategy per rabbonire tutti: tirano fuori soluzioni come Sure, già collaudato in pandemia. Ma  il più falco di tutti, il ministro tedesco Lindner, si è opposto anche a questo. Von der Leyen liquida l’iniziativa dei due commissari come personale. Germania e Olanda fanno blocco, come mostra l’incontro fra Scholz e Rutte. I falchi dell’energia tagliano anche gli spazi di manovra.

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