Europa

Gli Usa sanzionano la Banca di investimenti russa e danno un segnale a Orbán

  • Ora è chiaro il messaggio che l’ambasciata Usa aveva già affidato ai poster comparsi a Pasqua in Ungheria. Quel «Russi, tornatevene a casa», apparentemente riferito all’Ucraina con tanto di bandiera gialla e blu, era un segnale al primo filorusso della nazione e cioè al premier Viktor Orbán.
  • Le sanzioni degli Stati Uniti si allungano fino all’Ungheria, perché si abbattono sulla Banca internazionale degli investimenti russa che ha sede a Budapest. L’ambasciatore Usa David Pressman, difensore dei diritti lgbt catapultato nel paese delle leggi omofobe, tira le fila dei rapporti sempre più incrinati tra la Casa Bianca e l’Ungheria.
  • Con la Polonia, Washington ha stretto nonostante le derive dello stato di diritto, ma con Budapest è diverso: è una porta aperta verso Mosca e Pechino. Ecco come e perché i rapporti si sono incrinati, e un precedente ingombrante che risale a nove anni fa e a un’altra amministrazione Usa.

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