La presidente ammette che sulle dosi dei vaccini «siamo stati troppo ottimisti» e i sovranisti attaccano lei e l’Europa. La Lega che si dichiara “europeista” si rivela quella di sempre
- «Siamo arrivati in ritardo, siamo stati troppo ottimisti». È una ammissione di responsabilità sfuggente, quella che von der Leyen concede sui vaccini. È servita tutta la pressione degli europarlamentari per convincerla a un confronto.
- Non c’è un radicale ripensamento di strategia. Anzi: quella di emergenza diverrà la prassi ora che bisogna far fronte alle varianti. La Commissione punta su iter accelerati per Ema e un aumento di produzione europea.
- Gli eurodeputati chiedono più verve con Big Pharma ma confermano che agire uniti è la cosa migliore. Fanno eccezione i sovranisti; la Lega attacca.
È una ammissione di responsabilità sfuggente, quella che Ursula von der Leyen concede sui vaccini. Le sue parole più forti, snocciolate nel dibattito di questo mercoledì all’Europarlamento, sono: «Siamo arrivati in ritardo con le autorizzazioni. Siamo stati troppo ottimisti sulla produzione di massa delle dosi, e troppo fiduciosi che le consegne avvenissero in tempi utili». Ma la presa d’atto degli errori è sfuggente nei modi e nei contenuti. È servita tutta l’insistenza degli eurodeputati per



