Non capitava da un ventennio che in Olanda si dimettesse un governo. Eppure, il dimissionario premier veleggia più forte di prima verso un probabile Rutte IV. Una crisi, se non stronca, rende più forti. Ed è quello che sta accadendo nel caso del “frugale”
- Uno scandalo di vecchia data che ha portato migliaia di famiglie a indebitarsi per l’accanimento ingiusto del fisco (motivato anche da discriminazioni etniche) cade sul governo olandese.
- Il primo ministro ha rassegnato le dimissioni sue e dell’esecutivo, ma le apparenze non ingannino. Questa crisi di governo non farà che consolidare lo stradominio di Rutte, premier da oltre un decennio.
- Sarà sempre lui, nelle prossime settimane, a gestire affari correnti (e pandemia). E con la mossa del passo indietro, consolida le probabilità, già alte, di essere confermato premier alle elezioni di marzo.
Una crisi di governo, se non stronca, rende più forti: è il caso di Mark Rutte in Olanda. Questo 15 gennaio il primo ministro, noto in Europa come l’apripista dei “frugali”, ha rassegnato le dimissioni sue e del suo esecutivo al re Guglielmo Alessandro, che le ha accettate; ma le apparenze non devono ingannare. Questa crisi di governo non farà che consolidare lo stradominio di Rutte, primo ministro da oltre un decennio. Infatti sarà sempre lui, nelle prossime settimane, a rimanere alla guida de



