Europa

In Polonia la tregua sull’aborto è finita. Inizia la seconda ondata di proteste

(Le proteste dopo l'uscita delle motivazioni della sentenza. Foto AP)
(Le proteste dopo l'uscita delle motivazioni della sentenza. Foto AP)

Le prime manifestazioni erano riuscite a congelare l’applicazione della sentenza anti-aborto, ma ora che è pubblicata in gazzetta ha effetti concreti. Perciò riesplodono le proteste in tutte le città: «Siamo tornate!», dicono le femministe. «Ora scateniamo l’inferno!»

  • L’applicazione della sentenza anti-aborto della Corte costituzionale era rimasta “congelata” da ottobre: il governo ne ha rinviato la pubblicazione in gazzetta ufficiale, vista l’ondata di dissenso.
  • Ora il verdetto è effettivo,  gli ospedali rispediscono a casa chi doveva abortire, e riesplodono le proteste. 
  • La sentenza è inappellabile, ma c’è un grimaldello per metterla in discussione: quei giudici non sono indipendenti dalla politica. Il tema dello stato di diritto in Polonia, su cui Bruxelles tergiversa, può essere sollevato davanti alla Corte di giustizia Ue. L’Olanda si sta attivando. 

La tregua in Polonia è finita. Mercoledì pomeriggio la Corte costituzionale ha pubblicato le motivazioni del suo verdetto, lo stesso che il 22 ottobre ha sancito che l’aborto è vietato anche in caso di gravi malformazioni del feto, e che ha innescato così la più imponente ondata di proteste mai viste in Polonia dai tempi della caduta del regime comunista. Il dissenso così trasversale – tra le donne ma non solo, e fra persone di ogni età, con una partecipazione massiccia delle nuove generazi

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