scenari – la nazione sono io

L’invenzione e il fallimento putiniano del “Russkij Mir”

  • La Federazione Russa, che raccolse l’eredità politico-giuridica della superpotenza sovietica, si trovò in un ambiente internazionale dove era guardata a tutti gli effetti come un paese “vinto”, sebbene da “reintegrare”.
  • Un’idea che per chi ne assunse le redini era difficile da accettare. Sia perché l’Urss non era incappata in una débâcle militare.
  • Sia perché non si erano materializzate variazioni significative in quei fattori oggettivi e strutturali la cui interazione con le preferenze delle élite e le qualità delle istituzioni nazionali solitamente è all’origine della politica estera di uno stato

 

Nell’agosto del 1991 George H.W. Bush firmò una National Security Strategy contraddistinta da un inedito ottimismo, almeno rispetto ai documenti precedentemente prodotti all’ombra del confronto tra Washington e Mosca. Al suo interno, tuttavia, il presidente non mancava di ricordare che l’Urss restava comunque in grado di «distruggere la società americana con un unico, catastrofico attacco». Solo quattro mesi dopo, il titanico avversario degli Stati Uniti implose. Il collasso dell’Urss stupì

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