«Berlino vi aspetta!», dice Matteo Salvini ai naufraghi, ai quali il governo Meloni cancella il diritto al porto sicuro e quindi all’asilo. Ma quanto può durare il bluff mediatico della destra? Il tempo di imbattersi in una nave battente bandiera ungherese o polacca, così da ricordarsi che proprio i principali alleati del governo italiano, e cioè Polonia e Ungheria, sono grandi oppositori delle politiche di redistribuzione dei migranti in Ue.

O il tempo di realizzare che «anche adesso, che all’Europarlamento stiamo discutendo la proposta di riforma del patto di migrazione e asilo, la destra si muove in modo da frenare il ricollocamento automatico», come dice Pietro Bartolo, ex medico di Lampedusa, oggi relatore ombra dei socialdemocratici sul tema.

Quando l’esecutivo Meloni criminalizza le ong, omette di dire che la destra italiana si è opposta sia a soccorsi in mare europei sia alla gestione solidale degli arrivi. Sarebbero bastati due voti in più, tre anni fa, per approvare una risoluzione proprio su questo, sui soccorsi nel Mediterraneo. Ma popolari, conservatori, sovranisti – Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega – si sono opposti.

Contro i ricollocamenti

Ora i ministri dichiarano a portata di telecamera che gli altri paesi europei, e l’Ue, devono aiutare. Ma le loro stesse forze politiche affossano, in sede europea, i tentativi di condividere i flussi in modo più solidale. Un atteggiamento che attraversa diverse legislature europee.

Nel 2016 l’Europa delle nazioni e della libertà, gruppo sovranista antenato dell’attuale Id, dove siede la Lega, e pure i Conservatori europei, dove all’epoca Raffaele Fitto sedeva come scissionista di Forza Italia, hanno votato contro una risoluzione dell’Europarlamento che affermava «la solidarietà come principio fondante in materia di migrazione» e «il processo di ricollocazione – il trasferimento di un richiedente protezione, o un beneficiario, da uno stato membro all’altro – come esempio pratico»: l’aula chiedeva che fosse «vincolante per la distribuzione dei richiedenti asilo»; la destra si opponeva.

Si potrà dire: ma da allora, di tempo ne è passato. Eppure la contrarietà, su questo tema, resta un vizio di famiglia: i partiti al governo, con le rispettive famiglie europee (Ecr, Id, Ppe), «continuano a non sostenere il principio della redistribuzione», dice Bartolo riportando le discussioni in corso sul Patto di migrazione e asilo. «La destra non accetta il ricollocamento automatico».

Contro i soccorsi europei

Nella primavera del 2021, a maggio, le destre europee e italiane (Ppe-FI, Ecr-FdI, Id-Lega) votano contro una risoluzione del Parlamento Ue per la protezione dei diritti umani e la politica migratoria esterna dell'Ue.

E prima ancora, tre anni fa – nell’autunno 2019 – «per due soli voti non è passata una risoluzione che avrebbe raccolto l’eredità dell’operazione Mare Nostrum chiedendo che l’attività di ricerca e soccorso in mare fosse gestita a livello europeo», ricorda Bartolo.

Un soccorso Ue avrebbe anche disinnescato l’argomento di fondo dei decreti Salvini-Piantedosi-Crosetto e cioè che le navi ong svolgono attività «offensive», o che sono «pirate» per dirla con Meloni: in quel caso sarebbero state navi europee a salvare i naufraghi.

Ma la destra ha votato contro. Il testo chiedeva «un approccio più sostenibile per ricerca e soccorso in mare», sostegno «materiale e finanziario agli stati membri per rafforzare la loro capacità di salvare vite in mare», e al Consiglio – dove siedono i governi – «di presentare tempestivamente una posizione su un meccanismo equo e sostenibile di distribuzione per le persone che sono state salvate in mare».

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