Nel dizionario tedesco è entrato da qualche anno un nuovo verbo, “merkeln”, che significa “temporeggiare”, come fa Merkel. È lei ad aver concepito l’accordo che ha consentito di disinnescare il veto di Polonia e Ungheria, ma che non fa che rinviare i problemi. Con un costo altissimo
- Pur non disconoscendo in teoria l’accordo che vincola i fondi Ue allo stato di diritto, Berlino, Budapest e Varsavia hanno fatto passare in Consiglio una dichiarazione che vuol emendare quel meccanismo, congelarlo e limitarlo.
- I compromessi hanno un costo. Quelli che non risolvono le questioni, ma le rinviano (“merkeln”), ne hanno uno più alto.
- Le leggi appena approvate in Ungheria mostrano che Orbán continua a violare lo stato di diritto. Inoltre l’accordo voluto da Merkel sta scatenando uno scontro istituzionale. Oggi l’europarlamento chiederà di fare carta straccia di quell’accordo.