Chi sperava di ottenere qualche indicazione dal voto di ieri in Baden Württemberg e in Renania Palatinato per le elezioni federale di settembre è rimasto deluso. La politica tedesca fa ormai i conti con il multipartitismo, qualcosa di sconosciuto nella “vecchia” repubblica federale: i partiti devono dimostrare di saper governare e, quindi, la premessa è la capacità di costruire coalizioni. In entrambi i Land andati ieri al voto vengono riconfermati i due presidenti uscenti, Winfried Kretschmann dei Verdi (Grünen) e Malu Dreyer della Spd, questo fa dire a Wolfgang Schäuble,ex ministro delle Finanze della Cdu, che prevedeva da tempo una débacle per il suo partito, che le elezioni siano state segnate dalla personalità al governo e non se ne possano trarre indicazioni per la politica federale.

È certamente vero e la gestione della pandemia ha premiato i presidenti uscenti, perlomeno nel caso del Renania Palatinato, dove la Spd è rimasta prima partito, è riuscita persino ad ottenere quasi la stessa percentuale di cinque anni fa (35,7 per cento, appena mezzo punto percentuale in meno, risultato insperato fino allo scorso anno) e, soprattutto, ottiene più del doppio di quello che attualmente i sondaggi assegnano al partito nel resto della Germania. La prudenza di Schäuble non può nascondere, però, il risultato molto amaro per i conservatori, colpiti in queste settimane dallo scandalo delle mascherine del partito conservatore: alcuni suoi membri avrebbero lucrato sulla mediazione internazionale necessaria per procurare mascherine durante i primi mesi di pandemia. Tuttavia, nonostante il magro risultato, le elezioni non dovrebbero rappresentare (ancora) la fine delle ambizioni di Laschet per guidare il partito alle elezioni federali di settembre e aspirare a succedere ad Angela Merkel.

I risultati nei due Stati federali

In entrambe le elezioni si registra, anche in ragione della pandemia, una bassa partecipazione al voto (poco più del sessanta per cento). In Baden-Württemberg la Cdu riesce a peggiorare persino il risultato del 2016 e ottiene appena il, 24,1 per cento, in Renania Palatinato si ferma al 27,7 per cento, peggior risultato di sempre nel Land. Accanto ai socialdemocratici e ai conservatori, si confermano i Verdi, che guideranno ancora il governo in Baden-Württemberg (32,6 per cento, con un aumento del 2,1 per cento) e incrementano i consensi in Renania Palatinato (9,3 per cento, quattro punti in più rispetto al 2016), i liberali della Fdp  e la destra di Afd, che risente degli scandali e delle divisioni e soprattutto della fine della centralità del tema dell’immigrazione dopo l’apertura del 2015 e che perde tra i cinque e i quattro punti nei due Land.

Il quadro resta, dunque, caratterizzato dalla presenza di più partiti, obbligati a definire alleanze per il governo. Se in Renania Palatinato viene riconfermata la coalizione “semaforo” di Spd, Fdp e Verdi (che potrebbe addirittura ottenere una maggioranza più sostanziosa rispetto all’ultima legislatura), in Baden-Württemberg occhi puntati sul presidente Kretschmann, chiamato a scegliere tra proseguire l’esperienza di governo con i conservatori o promuovere anche a Stoccarda una coalizione con Spd (che perdono appena l'1,5 per cento, restano sopra all’Afd ma mancano di un soffio la possibilità di costruire una coalizione rosso-verde) e Fdp. 

Le consueguenze a Berlino

Proprio in quest’ultima possibilità sperano i socialdemocratici di Scholz: il candidato alla cancelleria della Spd e ministro delle Finanze non ha nascosto la sua soddisfazione. Appena un anno fa il partito era lanciato verso una sconfitta storica in Renania Palatinato e un nuovo pessimo risultato in Baden-Württemberg, mentre riesce a recuperare completamente nel primo caso e a nascondere la sconfitta nel secondo, provando addirittura a spingere i Verdi alla conclusione l’esperienza di governo con i conservatori. Era il risultato a cui Scholz teneva di più: dimostrare che la sua Spd è ancora in grado di essere un’alternativa ai conservatori, spingere i Verdi a competere sino all’ultimo voto per ottenere la maggioranza, provare ad arrestare il declino del partito e immaginare opzioni nuove per la guida del paese, possibilità negli anni di Merkel riservata ai soli conservatori.

Certo, i sondaggi dimostrano che a livello federale la crisi della Spd è ancora troppo considerevole e che, ad oggi, né una coalizione “semaforo”né quella rosso-rosso-verde (Spd, Linke e Verdi) disporrebbero di una maggioranza al Bundestag, ma almeno alla prima prova elettorale Scholz può evitare di dover contare altre sconfitte, incassa un ottimo risultato in Renania Palatinato e può affrontare più serenamente le prossime settimane, incalzando i conservatori sulla questione delle mascherine e della corruzione. Resta aperta, però, la direzione di marcia: un’alleanza con la Linke e i Verdi, che imporrebbe una sterzata a sinistra rispetto alle convinzioni di Scholz, o un “semaforo” anche a livello federale? Per ora Scholz, comprensibilmente, evita la domanda, ma non è detto che possa continuare a tacere ancora troppo a lungo. Da questo punto di vista anche i liberali della Fdp possono restare ottimisti, perché tengono in Renania Palatinato e addirittura guadagnano poco più di due punti percentuali in Baden-Württemberg, rivelandosi così indispensabili sia per la formazione di un governo sia per costruire delle alternative.

Per la Cdu una serata da dimenticare, certamente. Si sente l’assenza di una guida: Laschet è arrivato da poco tempo, certamente non può essere responsabile dell’esito elettorale. Ma è anche vero che per il neopresidente della Cdu è complicato se non impossibile conciliare il suo nuovo ruolo con quello di capo di governo nel Land nel Nordreno-Westfalia. Anche Markus Söder, capo della Csu e presidente della Baviera, è stato coinvolto dallo scandalo delle mascherine, visto che tra i primissimi indagati c’era proprio un parlamentare della Csu. Per i conservatori le elezioni di ieri pongono un immediato problema di leadership, che va superato quanto prima.

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