Niente da fare: fino all’ultimo la Commissione europea aveva lanciato segnali distensivi in direzione della Casa Bianca, insistendo su negoziati, proroghe di contromisure. Ma immancabile su palazzo Berlaymont piomba ora la lettera che Donald Trump aveva annunciato in settimana, e alla quale fino all’ultimo la Commissione aveva preferito non credere.

Il tycoon annuncia che a partire dall’Unione europea i dazi generalizzati contro l’Unione europea saranno al 30 per cento. Trump lo aveva preannunciato: «Per me una lettera è un accordo». Significa – tradotto dal trumpese – una imposizione unilaterale di tassa.

La notizia piomba su negoziati aperti, con l’Ue che si era prima rassegnata al dazio fisso al 10 per cento e poi a un accordo persino peggiore rispetto a quello stretto da Trump con la Gran Bretagna. 

Ovviamente, trattandosi di dazi che entrano in vigore dal 1 agosto, la mossa – e la missiva – va intesa soprattutto come un pugno sul tavolo delle trattative. 

La lettera

Dal 1 agosto – scrive Trump – caricheremo l’Ue di un dazio «soltanto» del 30 per cento sui prodotti Ue diretti negli Usa, ciò a parte rispetto alle tariffe settoriali: laddove maggiori, resteranno quelle. (Niente sconti su acciaio, alluminio o altro, insomma). Oltre al danno la beffa: «Vi preghiamo di comprendere che 30 è un numero ben lontano da ciò che sarebbe necessario per eliminare le disparità che abbiamo rispetto all’Ue. Non ci sarebbe nessun dazio se l’Ue o le aziende nell’Ue decidessero di produrre negli Usa».

Il presidente Usa non si limita a queste considerazioni; detta pure la linea all’Unione europea. «L’Ue consentirà completo accesso in condizioni di libero mercato agli Usa, non imponendo nessun dazio a noi, nel tentativo di ridurre l’ampio deficit commerciale». Poi la minaccia: «Se per qualsiasi motivo decideste di alzare i vostri dazi e prendere contromisure, qualunque sia la cifra che stabilirete, sarà aggiunta al nostro 30 per cento». Questa è una formula standard delle lettere trumpiane. Ma bisogna comunque tenerla presente dato che le prime contromisure Ue avrebbero dovuto essere scongelate lunedì (anche se Bruxelles ha già considerato di rinviarle). 

Un «aggiustamento» alla lettera sarà «considerato» qualora l’Ue voglia eliminare qualsiasi «barriera»; Trump tra le barriere annovera anche regolamentazioni e principi europei. 

La reazione della Commissione Ue

La risposta ufficiale di Ursula von der Leyen: «Prendiamo atto della lettera che stabilisce un dazio rivisto e una nuova scadenza. Imporre un dazio al 30 per cento sull’export Ue vorrebbe dire interrompere la catena di approvvigionamento transatlantica essenziale, a danno di aziende e consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico. Poce economie al mondo sono aperte quanto quella europea e altrettanto rispettose di pratiche eque. L’Ue ha dato priorità a una soluzione negoziale; restiamo pronti a continuare i lavori per un accordo entro il 1 agosto. Al contempo prenderemo tutti gli step necessari a salvaguardare gli interessi Ue, inclusa l’adozione delle appropriate e proporzionate contromisure se richiesto. Nel frattempo continuiamo ad approfondire le nostre partnership globali». 

La nota di Palazzo Chigi

«Il governo italiano continua a seguire con grande attenzione lo sviluppo dei negoziati in corso tra Unione Europea e Stati Uniti, sostenendo pienamente gli sforzi della Commissione Europea che verranno intensificati ulteriormente nei prossimi giorni», si legge in una nota di Palazzo Chigi.

«Confidiamo nella buona volontà di tutti gli attori in campo per arrivare a un accordo equo, che possa rafforzare l’Occidente nel suo complesso, atteso che - particolarmente nello scenario attuale - non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell'Atlantico», dice il governo italiano. «Ora è fondamentale rimanere focalizzati sui negoziati, evitando polarizzazioni che renderebbero più complesso il raggiungimento di un'intesa».

© Riproduzione riservata