«L'entrata in vigore del quadro finanziario dell'Ue approvato a luglio insieme al Next Generation Eu è di primaria importanza. E i nostri cittadini si aspettano risposte. Nella Ue ci sono spesso controversie o posizioni divergenti, eppure abbiamo meccanismi che hanno sempre permesso di raggiungere accordi. Confido che saremo in grado a breve di trovare soluzioni che rispettino la lettera e lo spirito dei trattati». Così il premier della Polonia, Mateusz Morawiecki, in un'intervista a La Stampa.

A suo parere, «la minaccia di sanzioni finanziarie relative al non rispetto dello stato di diritto continua a essere utilizzata come strumento dei negoziati sui fondi, nonostante che a luglio fossimo arrivati a un accordo sulla forma e l'importo sia del quadro finanziario che del fondo di ricostruzione. Temo che la questione del meccanismo dello stato di diritto, dietro a cui si nascondono decisioni politiche arbitrarie, possa portare», aggiunge Morawiecki, «ad animosità tra gli Stati, mettere in discussione la fiducia reciproca e disturbare le relazioni tra i partner. Vale la pena domandarsi se per caso non ci siano alcuni Paesi che non hanno interesse che il Recovery Fund inizi davvero a funzionare e cercano un pretesto per silurarlo. Sono coloro che vogliono contribuire il meno possibile al bilancio comune, pur godendo maggiormente del mercato unico».

Non teme che la posizione polacca e dell'Ungheria possa indebolire l'Ue? «Il meccanismo legale attualmente proposto lascia ampi spazi a pressioni sulle questioni di politica interna dei Paesi membri. Sottolineo: politica interna. Oggi questo meccanismo arbitrario, motivato politicamente, è diretto contro Polonia o Ungheria. Ma che garanzia abbiamo che domani non venga diretto contro l'Italia o un altro paese che si oppone alla volontà politica delle istituzioni di Bruxelles? I trattati rispettano e tutelano la sovranità, mentre il nuovo meccanismo costituisce la sua violazione e una sua importante limitazione. Ecco perché tutto ciò porta a un veto, ma non all'indebolimento dell'Ue. Questa anzi è una valvola di sicurezza indispensabile per l'esistenza dell'Unione», chiarisce il premier polacco.

«A luglio», aggiunge, «abbiamo raggiunto un accordo sul quadro finanziario e sul Recovery Plan. Fu un successo del senso di responsabilità e della fiducia reciproca. Ma in autunno questo successo è stato messo in discussione. Il modo in cui la condizionalità di bilancio rispetto allo stato di diritto deve essere inclusa nel regolamento non solo solleva serie preoccupazioni giuridiche, ma mina i principi di fiducia e leale cooperazione tra gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione».

Cosa chiede ai partner Ue? «Parità di trattamento e rispetto dei trattati. L'Unione non può mettere in discussione le regole o modificarle su richiesta di alcuni Stati. La legge sulla tutela degli interessi di bilancio dell'Ue è secondaria rispetto al Trattato sull'Unione europea, quindi non può aggirare, sostituire o modificare le norme stabilite nel trattato», conclude Morawiecki.

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