Il 15 giugno la Commissione europea ha presentato una comunicazione sui Primi insegnamenti della pandemia di COVID-19, sulle lezioni apprese negli ultimi 18 mesi. Il testo include una panoramica delle principali azioni intraprese dall'UE e comprende dieci lezioni su cosa deve essere migliorato in futuro a livello europeo e nazionale.

«Le dieci lezioni non sono esaustive» afferma la Commissione nel suo resoconto. Almeno su questo siamo d’accordo: trasparenza e controllo democratico da parte del Parlamento europeo, entrambi già duramente sacrificati durante la pandemia di Covid, sono i grandi assenti di questa comunicazione - ricordano gli eurodeputati dei Verdi.

La storia finora dal punto di vista della Commissione

Leggere questa comunicazione è come assistere al classico teatrino politico.

Sembra che non abbiamo vissuto la stessa pandemia di Covid. Nel mondo della Commissione europea è andato (quasi) tutto bene: non una parola sulla totale opacità del processo decisionale dell'UE in merito alla strategia sui vaccini (che ha escluso fin dall'inizio l'unica istituzione UE democraticamente eletta, cioè il Parlamento europeo), sul ritardo nella consegna dei vaccini, sul fiasco dell'aggiudicazione congiunta di Remdesivir, nessuna menzione sulle prime opzioni di trattamento non protette da brevetto (off-patent), considerate invece altrove, inclusi in alcuni Stati membri. 

La valutazione dei fattori critici menzionati nel testo riguardo la carenza di preparazione dei sistemi sanitari nazionali - come la carenza di posti letto in ospedale, di attrezzature mediche, di forniture e, soprattutto, di medicinali - è tutt'altro che onesta, dal momento che si sottolinea l’importanza del coordinamento tra gli Stati membri ma si dimenticano i tagli sulla politica sanitaria degli ultimi anni. 

Il racconto della Commissione è troppo auto compiacente, ma non è veritiero. Le lacune sono così evidenti che a volte il testo sembra un lavoro di disinformazione discreto preparato da un esperto di comunicazione. 

Nel complesso, la valutazione della Commissione europea manca di una verifica onesta sulla carenza di preparazione rispetto ad una pandemia da parte dell’intero blocco Ue e sulle risposte fornite dall'UE e da tutti gli Stati membri. La comunicazione non contiene un'analisi adeguata delle carenze e delle lacune che hanno caratterizzato alcune decisioni, né affronta alcune questioni chiave che hanno ostacolato principi cruciali come la solidarietà nelle risposte alla crisi. Un’onesta autocritica sulle azioni intraprese dalle istituzioni comunitarie è fondamentale per evitare che in futuro si presentino gli stessi problemi e le stesse dinamiche perverse.

Il controllo democratico del Parlamento è andato perso?

Durante la pandemia, la maggior parte delle azioni dell'UE sono state intraprese in circostanze straordinarie che spesso richiedevano risposte rapide e poco tempo per valutazioni approfondite. Le azioni d'urgenza sono state attuate senza un adeguato coinvolgimento del Parlamento europeo, nel complesso è mancato un dialogo costante e informato con la Commissione e il Consiglio europeo. Il Parlamento è stato spinto a votare un numero impressionante di testi legislativi, ma i suoi diritti di controllo sul bilancio sono stati semplicemente ignorati. Tuttavia, la fine della pandemia è ancora lontana e ulteriori azioni saranno necessarie nei prossimi mesi.

Nonostante le continue richieste del Parlamento europeo, in qualità di co-legislatore, di avere pieno accesso ai contratti, agli accordi e ai meccanismi di governance della strategia dell'UE per i vaccini COVID-19, la Commissione continua a rifiutarsi. In virtù del fatto che il Parlamento europeo, in particolare attraverso le sue commissioni per i bilanci (BUDG), per ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare (ENVI) e per il controllo dei bilanci (CONT), ha il dovere di eseguire un controllo annuale del bilancio dell'UE e di avere una visione costante della pianificazione, dell'attuazione e del controllo della spesa, continuiamo a chiedere alla Commissione di divulgare ai membri del Parlamento il dettaglio di tutte le informazioni richieste. Inoltre, al fine di garantire una maggiore trasparenza nei futuri processi negoziali e per porre rimedio alla mancanza di coinvolgimento del Parlamento nella gestione della pandemia, la Commissione dovrebbe includere il Gruppo di contatto sui vaccini, istituito dalla Presidente della Commissione europea per mettere in contatto la Commissione e il Parlamento, nel processo decisionale per l'approvazione di futuri contratti a livello UE.

Considerando l'enorme quantità di denaro pubblico che viene investito nei contratti per gli appalti pubblici a livello europeo o negli accordi preliminari di acquisto nel settore sanitario, riteniamo che tali accordi debbano essere pubblici. Inoltre, dovrebbero contenere informazioni pertinenti per informare i cittadini europei su come vengono utilizzate le risorse pubbliche e garantire il controllo parlamentare sulla loro attuazione.

Più difficile, più veloce, migliore?

La Commissione propone: “È ora necessario imparare da questa esperienza, trasformando l'azione di emergenza in un cambiamento strutturale per una risposta coordinata a future crisi sanitarie di questa natura”. Hmm, scusate se non siamo d'accordo ma prima di qualsiasi nuova proposta, dobbiamo correggere gli errori e colmare le lacune. 

Non è un buon segno per la trasparenza, la solidarietà e per una sana democrazia.

Gran parte delle prime dieci lezioni descritte dalla Commissione erano già in preparazione. E altre sembrano un appello a più partenariati pubblico-privato, più soldi pubblici ai privati senza un adeguato ritorno sugli investimenti e più decisioni senza il coinvolgimento e il controllo del Parlamento europeo.

Se l'intenzione è quella di trasformare in strutture permanenti soluzioni specifiche che sono state prese per far fronte alla crisi, occorre inserire negli accordi condizioni chiare sull'utilizzo dei fondi pubblici. Dispiace constatare la mancanza di controllo sul denaro investito nell'incubatore HERA, nei contratti di nuova generazione e nella strategia sulle terapie contro la COVID-19. Solo con una governance forte e la piena trasparenza delle loro strutture, i partenariati pubblico-privato produrranno risultati a beneficio sia del settore pubblico che di quello privato. Questo è in particolar modo il caso dell'istituzione dell’Autorità dell’UE per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) e del lancio degli importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI) nel settore sanitario.

Inoltre, se l'Unione europea vuole mostrare una "vera" solidarietà su scala globale, la Commissione e il Consiglio europeo devono rivedere la loro opposizione alla proposta di deroga TRIPS presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), che serve ad agevolare l’accesso a tecnologie sanitarie COVID-19, compresi i vaccini, a prezzi abbordabili, in particolare per i Paesi in via di sviluppo e a reddito medio.

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