KHARKIV – Resti di un razzo grad arrugginito, mine esplose e detriti di munizioni al fosforo e di bombe russe. Appena apre il cancello di casa sua, Oleksandr mostra e indica cosa voglia dire vivere a Tsyrkuny, villaggio a nord-est di Kharkiv. Da qui la linea del fronte è distante 16 chilometri. I russi hanno occupato questo villaggio e quest’area il 24 febbraio del 2022, arrivando alle porte di Kharkiv, seconda città dell’Ucraina.

L’esercito di Kiev ha poi ripreso il controllo di questo villaggio a maggio del 2022, e oggi – a distanza di più di tre anni – si continua a sentire l’eco delle esplosioni. Si spara attorno a Tsyrkuny e in tutto l’oblast, i russi hanno riferito il 18 giugno di aver preso il controllo di Dolgenkoye, vicino Izium. Il fronte quando si sposta lascia segni invisibili letali per i soldati e soprattutto per la gente comune che abita campagne e villaggi.

Il più minato

Secondo le Nazioni unite l’Ucraina è oggi il paese più minato al mondo, con il 23 per cento del territorio a rischio potenziale di contaminazione da mine e ordigni inesplosi. Che rendono inabitabili e impossibili da coltivare interi territori, e possono trasformare strade, parchi giochi, boschi e persino il giardino di casa propria in un campo di battaglia ostile per anni.

L’oblast di Kharkiv è tra le zone più colpite di tutto il paese, mine ovunque e – come racconta chi vive qui – vengono lanciate anche dagli aerei. Oleksandr prende in mano quel che resta del motore del suo motocoltivatore, la mattina del 31 maggio di tre anni fa è saltato in aria su una mina mentre curava il terreno di casa sua, dove vive dal 1963.

«Ho visto quella mina, ma non ho fatto in tempo né a spegnerla né a scappare, niente. Quella mina è esplosa». Alza la manica della polo e mostra i segni della polvere da sparo sul braccio, racconta delle schegge nelle gambe, nell’addome. Tiene degli occhiali da sole, il danno permanente più grave è agli occhi. «Mi si sono danneggiate le cornee, sono bruciate». Da un occhio non ci vede più, e grazie a un trapianto di cornea ha recuperato un quinto della vista dall’altro. A pagare l’operazione fondi europei tramite il supporto di organizzazioni che operano sul territorio.

Le operazioni di demining

Una delle più attive qui a Kharkiv è il Danish Refugee Council, che assiste Oleksandr e la sua famiglia e che è specializzata in operazioni di demining in teatri di guerra, dalle operazioni di sminamento al supporto alla popolazione locale. «Drc opera in Ucraina dal 2014, e abbiamo esteso le operazioni nell’oblast di Kharkiv da inizio 2023», racconta a Domani Adham – Humanitarian Mine Action Manager di Drc – dal villaggio di Prelesne, vicino Kharkiv e a 25 chilometri dai combattimenti. Dietro di lui i paletti rossi e bianchi indicano l’ingresso nell’area contaminata, dove si entra solo con protezioni e visiera e seguendo una lista di regole. «Abbiamo bonificato 340mila metri quadrati, abbiamo ritrovato circa 143 ordigni esplosivi di vario tipo», racconta con riferimento all’oblast di Kharkiv. È il responsabile di tutte le attività di sminamento in quest’area.

Segue il briefing del team manager, e i test della strumentazione nella admin zone con cui calibrare tutte le volte i metal detector. C’è anche un pilota di droni per assistere il lavoro di un robot che effettua una delle fasi di pulitura di un terreno contaminato. Dietro i nastri che delimitano l’area, due donne e un uomo raccolgono ortaggi dal terreno di casa. Qui hanno trovato «mine anticarro, mine anti uomo, munizioni a grappolo e diversi tipi di munizioni di vario genere, come proiettili d’artiglieria, colpi di mortaio, proiettili, razzi, contenitori e altri oggetti vari», racconta Adham indicando l’area dietro di lui.

In tutto l’oblast sono 724 le ispezioni condotte dall’organizzazione, 161 le aree contaminate riscontrate. Nel 98 per cento dei casi si tratta di terreni agricoli. «Attualmente a Kharkiv sono presenti sette squadre di sminamento. La composizione di una squadra è di nove persone», racconta da Prelesne Leonid, Humanitarian Mine Action Supervisor di Drc. Operano negli oblast di Kharkiv, Mykolaiv e Chernihiv con l’obiettivo di «permettere alle persone che vivono nei territori dove il governo ucraino è tornato in controllo di poter tornare a una vita in sicurezza», spiega Leonid. Il team operativo – dai medici agli sminatori – è tutto ucraino. «Molti membri del team, me compreso, sono sfollati interni: abbiamo perso le nostre case, e questo lascia inevitabilmente un segno a livello psicologico», racconta Leonid. «Abbiamo scelto di assumerci questa responsabilità, perché sappiamo che, semplicemente, nessun altro lo farà al nostro posto».

Entrando nell’area contaminata, indicano quali sono i punti ancora da bonificare, come segnalare il ritrovamento di un ordigno e come procedere. «Quando troviamo un segnale, iniziamo lo scavo», racconta Olena, deminer di Drc. Viene avvisato il team leader e poi le squadre di artificieri del servizio d’emergenza statale. Al campo di Prelesne tutto segue un protocollo preciso, tutti sanno quello che devono fare.

Sensibilizzare i civili 

Fuori la situazione è molto più complessa, creare una consapevolezza su questa nuova quotidianità è necessario. Il team di Drc a Kharkiv ha squadre che si occupano di Explosive Ordnance Education Risk, seminari e incontri per esporre rischi e capire cosa fare se si trova una mina mentre si porta il figlio al parco. Li insegnano direttamente anche ai bambini.

«Ci sono moltissimi oggetti pericolosi ovunque. Per questo motivo, il nostro lavoro di sensibilizzazione è rivolto a tutti: lavoratori, pensionati, studenti e anche alunni delle scuole», racconta Sergiy, Explosive Ordnance Risk Education di Drc. Hanno raggiunto 43.700 persone nell’oblast di Kharkiv. Porta a porta, con corsi online oppure «in classi come queste», racconta dal rifugio di una scuola di Derhachi, città alla periferia di Kharkiv. Dove una classe di 20 bambini di sette anni segue una lezione con video e cartoni animati, i bimbi ricevono un braccialetto con le istruzioni e un album da colorare con il percorso per arrivare da scuola a casa evitando mine e missili inesplosi.

La realtà fuori dalla scuola è peggio di come viene disegnata, per arrivare qui da entrambi i lati la strada è una distesa di case distrutte, pannelli di compensato a coprire i buchi lasciati dai vetri frantumati, stazioni di servizio carbonizzate e palazzi residenziali sventrati. Il villaggio di Tsyrkuny, il distretto di Saltivka, il centro città di Kharkiv portano i segni del tiro costante dell’artiglieria, dei droni e dei missili russi.

«Con la guerra ancora in corso, continueranno a esserci nuove aree contaminate. Anche alcune aree che sono state ispezionate e considerate pulite potrebbero in seguito risultare contaminate», spiega Adham da Prelesne. È un lavoro chilometro per chilometro, nel secondo paese più grande d’Europa. La complessità è riassunta dalle parole di Oleksandr, che spera di tornare a guidare dopo aver fatto per 38 anni l’autista. «Qui ti siedi, sparano, volano i droni, le case bruciano». Il suo giardino è stato in parte bonificato, in parte no e indica dove è meglio non andare oltre. «La mina su cui sono saltato era una mina a grappolo. In una cassetta ce ne sono 32. Io sono saltato su una, ma dove sono le altre 31?». 

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