Europa

Ungheria e Polonia vacillano dopo lo scandalo dell’orgia gay

(Il premier ungherese. Foto LaPresse)
(Il premier ungherese. Foto LaPresse)

Venticinque uomini e una ammucchiata: storia di un’orgia che è diventata politica, perché coinvolge politici di partiti omofobi e arriva nei giorni della contrapposizione tra polacchi, ungheresi e gli altri paesi Ue. Dopo lo scandalo, Varsavia vacilla sul veto e Orbán perde il suo uomo in Europa

  • Nei giorni del veto polacco e ungherese sui fondi Ue arriva lo scandalo di un’orgia gay a Bruxelles, e scoperchia abitudini consolidate finora mai arrivate alla stampa.
  • Così i giornalisti ungheresi indagano sulla partecipazione di József Szájer, l’ufficiale di collegamento di Orbán a Bruxelles, non solo a questa festa ma pure a un festino con ragazzi minorenni tanti anni fa a Vienna. 
  • Intanto un ricercato polacco sostiene di essere l’organizzatore e tira in ballo i politici del  Pis, partito polacco anti lgbt. Di fronte all’imbarazzo per le rivelazioni, Varsavia vacilla anche sul veto.

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