REALTà PARALLELE

Voti all’estero e controlli finti. Il piano elettorale di Orbán

Laszlo Balogh
Laszlo Balogh
  • Gli ultimi sondaggi registrano un margine di distanza di pochi punti percentuali tra il premier, in vantaggio, e il leader dell’opposizione unita, Péter Márki-Zay. Orbán ha dalla sua parte un sistema plasmato a suo favore. Il potere e i media sono ben saldi nelle sue mani, il voto degli ungheresi che vivono all’estero si svolge in situazioni anomale e tutto questo porta l’Osce a monitorale le elezioni ungheresi.
  • Come Donald Trump, di cui è sempre stato sostenitore e che avrebbe voluto a Budapest per la sua campagna, il premier ungherese avrà una sua narrativa sull’andamento delle elezioni. Sta già costruendo la sua realtà parallela, e ha anche la sua missione elettorale alternativa.
  • Per imbastirla si appoggia a una rete internazionale che passa per gli ultraconservatori di Washington, così come per gli ambienti della destra italiana, gli antiabortisti di Varsavia e altre capitali europee, fino a lambire con le varie connessioni anche Mosca.

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