i fiori dei partigiani

25 aprile. Fischi per Letta, da Mattarella un “Bella ciao” per l’Ucraina

BENVENUTI/LAPRESSE
BENVENUTI/LAPRESSE
  • Le annunciate contestazioni, paventate, suscitate e per una parte dei media anche desiderate, persino tifate, alla fine si riducono a qualche sceneggiata dimostrativa a Milano, dove compaiono anche le famigerate le bandiere della Nato, insieme a quelle degli Usa, portate per convinzione ma anche e soprattutto per sfida da un’associazione vicina alla galassia radicale.
  • Ma non succede niente, a parte qualche litigata. Nel corteo c’è il Pd, e il segretario si becca una scritta contro a porta Venezia, in compagnia: «No Draghi, No Nato, No Pd», è comparsa su un muro in Porta Venezia; prende qualche contestazione per la sua politica pro armi e pro riarmo. Ma è una quota minima.
  • A Roma di bandiere ucraine ce ne sono solo due: una l’ha portata Giuseppe, del circolo Anpi dell’Aurelio, l’altra un cittadino originario della Romania, cucita e l’ha cucita insieme a quella dei rom, dell’Italia e della Ue. Non ci sono bandiere del Pd, ma in generale scarseggiano le bandiere di partito. Applausi a scroscio quando parla Mario Fiorentini, 104 anni, partigiano combattente.

Per continuare a leggere questo articolo