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Salvini chiede «pugno duro» contro i rave, ma quando era ministro ce ne sono stati 50

LaPresse
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  • Nel settembre del 21 l’ex titolare del Viminale e Giorgia Meloni misero sotto accusa l’allora ministra Luciana Lamorgese per non aver usato il pugno duro in un teknival nel viterbese.
  • Ma è una scelta che spesso i prefetti privilegiano per evitare ulteriori problemi. Ed è la stessa scelta che la polizia ha fatto a Modena. 
  • «Finalmente torniamo a far rispettare le regole», tuona Salvini. Ma se fosse così, sarebbe stato lui stesso, da ministro, a non farle rispettare.

«Pugno duro contro droga, insicurezza e illegalità. La pacchia è finita», ha aizzato il ministro Matteo Salvini da Facebook; ma per fortuna ieri a Modena le forze dell’ordine, pure arrivate in dosi massicce (trecento agenti, decine di blindati) a espugnare il capannone dove in un migliaio partecipavano a un rave, hanno scelto saggiamente «la riduzione del danno», come peraltro testimonia la presenza sul posto degli operatori della Cnca, il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza. La “

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