Fondali marini e di governo, maxi stipendio per il direttore della super agenzia subacquea

Un direttore generale con lo stipendio da 360mila euro all’anno, una struttura di 40 dipendenti per una spesa di 4 milioni e mezzo di euro, una sede dal costo – tra affitti e spese di mantenimento – di 450mila euro all’anno. E altri 60mila euro messi in conto per il collegio dei revisori. La nascente Agenzia per la sicurezza delle attività subacquee (Asas) non è sicuramente un’operazione a costo zero. E sembra proprio una delle priorità del governo: la proposta di legge è stata già approvata al Senato, ed esaminata ieri dalla commissione Trasporti alla Camera. La prossima settimana, salvo intoppi, sarà inviata all’aula per la discussione generale, propedeutica al definitivo semaforo verde. La premier (e Domani) “piegano” Brunetta. Dietrofront sull’aumento dello stipendio Poltronissima direttore Un fatto è certo: in tempi di dibattito sul tetto agli stipendi, la destra si prepara a mettere in conto un maxi-compenso, nuovo di zecca, che fa impallidire l’iniziativa (poi stoppata) di Renato Brunetta al Cnel, seguito dal collegio (uscente) di Arera sull’aumento delle indennità ai vertici di quegli organismi. Altro che 311mila euro di remunerazione, a Montecitorio stanno spalancando la strada all’agenzia che istituisce la “poltronissima” di direttore generale con lo stipendio «stimato nella misura di 359.814 euro annui», riporta il dossier preparato dai tecnici della Camera sulla quantificazione dei costi. Una maxi-retribuzione per un incarico della durata di 4 anni, rinnovabili. La proposta di nomina spetterà al ministro della Difesa, Guido Crosetto, d’intesa con il ministro per le Politiche del mare, Nello Musumeci. Entrambi hanno motivato la necessità di plasmare l’Asas per rispondere alle nuove sfide che attendono il nostro paese. «È negli abissi che si giocheranno nuove sfide tecnologiche, industriali ed economiche», ha sostenuto Crosetto durante un incontro. Il clima fa sempre più danni. Musumeci: «Polizze sulle case obbligatorie» Fatto sta che il candidato alla direzione generale non è stato ancora deciso, in attesa del definitivo via libera al provvedimento. Ma la platea dei pretendenti sarà ampia: il dg può essere pescato da altre amministrazioni, prevedendo per lui il collocamento fuori ruolo. E «fino alla cessazione del periodo del collocamento fuori ruolo, l’amministrazione di provenienza può ricoprire temporaneamente il posto resosi vacante nella dotazione organica, utilizzando le corrispondenti risorse finanziarie», si legge nel provvedimento. Insomma, un’operazione win win per un “parcheggio” deluxe. Ancora non è stata istituita, ma quella di direttore generale dell’Agenzia per le attività subacquee si candida a essere una poltrona molto ambita. In materia di spese pubbliche le singolarità non sono finite qua. Per l’istituzione dell’agenzia è previsto un esborso complessivo, nel prossimo triennio, di 21,6 milioni di euro. Nel 2026, per consentire l’avvio dell’agenzia, saranno messi a disposizione 8,6 milioni di euro. La somma scende intorno ai 6,5 milioni di euro all’anno a regime. Fare cassa su oro e sigarette, manovra da ritorno al passato E da dove vengono prese le risorse? Dal fondo per le esigenze indifferibili che, in teoria, serve a finanziare misure della manovra economica (in gergo viene chiamato “fondino”), usato generalmente per dare copertura agli emendamenti dei parlamentari alla legge di Bilancio. Una beffa anche dal punto di vista temporale. Mentre al Senato si soppesa ogni centesimo per finanziare le proposte, alla Camera nasce – a spese della finanziaria – l’ennesimo organismo pubblico, affidato a due ministeri, ovviamente sotto la supervisione della presidenza del Consiglio di Giorgia Meloni, che fa ricorso a quel plafond. Sede e compiti Sulla sede resta ancora tutto da definire. Il dossier della Camera prova a fornire delle soluzioni: «Tenuto conto, da un lato, dell’esigenza di una prossimità territoriale del nuovo ente alla sede della presidenza del Consiglio dei ministri, dall’altro, dell’esigenza di contenimento dei costi di locazione, è possibile fare riferimento alla zona Parioli/Pinciano con la conseguenza che mediamente per un immobile/porzione di edificio di 1.100 mq è possibile quantificare un costo annuo pari a circa 363mila euro», scrivono i tecnici. A questa cifra vanno aggiunte le spese fisse per il mantenimento. I dubbi sono anche pratici sull’Asas: rischia di trasformarsi in un doppione visti i compiti generici. Sollevando timori sulla possibile trasformazione in un carrozzone pubblico. L’agenzia, tra le varie cose, deve coordinare «la cooperazione internazionale ed europea nella materia subacquea», autorizzare «la navigazione in immersione dei sommergibili civili battenti bandiera diversa da quella italiana», promuovere «lo sviluppo della capacità nazionale di soccorso ed estrazione di persone da mezzi subacquei civili» e sviluppare attività di comunicazione e promozione della consapevolezza in materia subacquea. «Il mare è un gigantesco cimitero, l’Italia è complice della Libia». La protesta di ong e rifugiati Già durante le audizioni al Senato, le capitanerie di porto hanno denunciato il rischio di «duplicazioni procedurali, conflitti di competenza e rallentamenti operativi che si potrebbero determinare in assenza di un meccanismo efficace di coordinamento tra Asas e le altre autorità già operanti nel settore». Ma per Musumeci, con la benedizione di Crosetto, è imprescindibile. Costi quel che costi.