L’Italia è per l’anarco-insurrezionalismo internazionale uno snodo centrale anche a causa dell’importanza non gerarchica bensì ideologica di un personaggio complesso come Alfredo Cospito. 

Primo anarchico sottoposto al regime carcerario di 41bis, Cospito, al “carcere duro” da maggio 2022, è un riferimento dal punto di vista sia teorico che organizzativo e operativo per un complesso di organizzazioni e cellule che agiscono in funzione di una causa intrinsecamente transnazionale.

Il “modello Cospito”

Il regime di 41 bis è stato, con decreto dell’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia, imposto a Cospito per silenziare la sua voce così ascoltata nel mondo anarchico e diffusa tramite corrispondenza e articoli pubblicati su riviste ideologiche.

Le pubblicazioni più rilevanti in questo senso risalgono probabilmente al periodo tra il 2018 e il 2021, nonostante l’attività teorica di Cospito andasse avanti sin dall’inizio della sua esperienza carceraria, circa dieci anni fa. 

Nel 2018 Cospito pubblica “L’autismo degli insorti”, un testo in cui incita apertamente alla pratica anarco-insurrezionale «spontanea», «non mediata» da organizzazioni piramidali ma lasciata a cellule più isolate, tra loro vagamente collegate in un network retto da riviste, incontri e social.

In una successiva intervista del 2020, Cospito conferma la rivalutazione della «lotta armata anarchica» come mezzo principe d’eversione, allontanandosi dal «rifuto etico della violenza» di alcune frange del movimento anarchico, approssimativamente diviso tra i movimenti politici e quelli insurrezionali. 

Nel 2021 un suo scritto relativo a un eventuale nuovo manifesto anarchico inneggia all’internazionalismo, richiamando all’esperienza della Federazione anarchica informale (Fai) e del Fronte rivoluzionario internazionale (Fri) e alla decentralizzazione del network anarco-terrorista. 

Il modello Fai/Fri è stato replicato, per esempio, in Grecia e Spagna, due paesi che ospitano cellule anarchiche fortemente connesse a quelle italiane, non a caso autrici degli attacchi contro l’automobile della diplomatica italiana Susanna Schlein ad Atene e degli atti vandalici contro il consolato italiano di Barcellona. 

L’anarco-insurrezionalismo italiano

Internazionalizzato sin dal 1864, l’anarco-insurrezionalismo italiano è considerato la forma di terrorismo non-jihadista più pericolosa in Italia e costituisce una delle principali preoccupazioni dell’apparato di sicurezza di Roma.

Nella relazione annuale sulla politica per l’informazione per la sicurezza del 2022 vengono indicate 31 «azioni dirette», nel gergo anarchico, di violenza anarchica, di cui 18 hanno colpito infrastrutture tecnologiche e della comunicazione.

Questa prospettiva rivela la coerenza col codice operativo standard dell’anarchismo delle recentissime azioni a sostegno di Cospito, rivolte anche contro antenne delle telecomunicazioni sul territorio italiano, tutt’altro che casuali obiettivi di un movimento ben radicato nel paese ma spesso “trascurato” dal dibattito pubblico. 

Nella stessa relazione si fa un riferimento indiretto all’attività teorica di Cospito, in funzione della maggiore capacità di attrazione delle pubblicazioni anarchiche che ospitano il «contributo teorico di esponenti di spicco dell’anarchismo» che operano «dal carcere».

Il provvedimento della ministra Cartabia è dunque in linea con una più generale percezione del rischio da parte degli apparati di sicurezza. Silenziare la voce ideologica è funzionale, secondo questa linea di pensiero, al mantenimento della sicurezza della repubblica. 

La stessa intelligence italiana identifica la mobilitazione a favore degli «anarchici detenuti» un tema “caldo” nella galassia anarchica. 

Gli intrecci

Anche l’Europol guarda all’anarchismo violento italiano come a un modello internazionale, usato come esempio per definire l’anarco-insurrezionalismo europeo.

Dai dati dell’ufficio europeo di polizia si evince come l’Italia sia tra i paesi che subiscono più attacchi anarchici in Europa e quello costantemente con il numero più alto di arresti, addirittura 98 nel 2020.

La riduzione del 2021 si deve, probabilmente, a una fase di riorganizzazione via social delle cellule, il cui grado di attività prima e dopo l’arresto di Cospito è perfettamente paragonabile, in linea con una media ironicamente “ordinata”, quasi prevedibile. 

Nel periodo della pandemia il movimento anarco-insurrezionalista ha riscontrato, a livello europeo, un incremento delle connessioni con altre fazioni del fronte antagonista e “libertario” con cui ha condiviso posizioni estremamente critiche sulle misure per contenere la pandemia.

L’emergenza contagi è stata identificata dal complesso fronte “anarco-antagonista” come l’occasione ideale per un rafforzamento dell’autorità repressiva dei governi.

Tra i network sono aumentate le denunce di strumentalizzazione del lockdown e hanno preso corpo svariate teorie del complotto sul virus.

Anche in questo caso l’anarchismo italiano, intrecciato con movimenti considerati quasi innocenti e derubricati come frutto dell’ignoranza, ha condotto il fronte internazionale già da tempo impegnato nella lotta alla globalizzazione, al progresso scientifico e al capitalismo oligopolistico, tutti fenomeni sociali mai risparmiati dalla feroce critica della penna di Cospito.

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