Il segretario del Pd Zingaretti ha detto che i provvedimenti simbolo dell’approccio leghista all’immigrazione sono stati «smontati». Ma l’impianto originario è rimasto
- Il consiglio dei Ministri ha approvato le modifiche ai cosiddetti decreti Sicurezza, emblema del governo precedente. Ma l’impostazione salviniana non viene “smontata”, cioè non si ripristina la situazione precedente.
- La norma sulla cittadinanza trova un compromesso “a metà strada” e dimostra che con il nuovo decreto non si è avuto il coraggio di fare la retromarcia necessaria. La norma sull’accoglienza dei richiedenti asilo, invece, denota un’ambiguità che andrà chiarita.
- Resiste la norma-simbolo del secondo decreto Sicurezza - il potere di “limitare o vietare il transito e la sosta di navi nel mare territoriale” nei casi previsti, con relative sanzioni, anche se ridotte - e con essa l’atteggiamento di “sospetto” del legislatore nei riguardi delle navi delle ONG.
«I decreti propaganda/Salvini non ci sono più», ha annunciato su Twitter il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, appena il Consiglio dei ministri, nella tarda serata del 5 ottobre, ha approvato le modifiche ai provvedimenti introdotti dal governo precedente. Ma l’impostazione voluta da Matteo Salvini quando era ministro dell’Interno non viene “smontata”, cioè non si ripristina la situazione precedente ai due decreti. Il termine per il riconoscimento della cittadinanza italiana – raddoppiato


