L’ex sottosegretario leghista Claudio Durigon, il commercialista che riciclava i soldi del generale condannato per il Mose e la figlia candidata al comune di Roma con Enrico Michetti. Sono i protagonisti dell’ultimo caso che imbarazza la Lega di Salvini alla vigilia del voto, intrecciando vecchie vicende giudiziarie e nuove alleanze nella capitale.

La storia parte da un indirizzo romano: via Fonteiana, nell’elegante quartiere Monteverde, sede dello studio di commercialisti Saarc, specializzato in consulenza fiscale e tributaria. È da qui che lo scorso 25 settembre parte una mail a tutti i contatti con oggetto “Elezioni comunali del 3-4 ottobre 2021” e in allegato un’esplicita richiesta di voto per il candidato di centrodestra Michetti: «Mia figlia Federica Mattei è candidata come consigliere comunale nella lista Lega Salvini Premier. Ti invito a barrare la nostra lista».

Firmato Lamberto Mattei, il fondatore dello studio tributario, un ex finanziere con in tasca una nomina appena firmata dalla Lega: lo scorso 13 agosto il coordinatore regionale Claudio Durigon l’ha voluto come responsabile dell’area «tributaria, strutture alberghiere, attività ricettive, fiscale» del partito di Salvini nel Lazio.

Ma chi è Mattei? Le carte giudiziarie che Domani ha potuto leggere, relative a vicende di alcuni anni fa, lo collocano vicino ad ambienti che contano della Guardia di finanza.

È stato il commercialista di fiducia del generale delle Fiamme Gialle Emilio Spaziante, coinvolto nella maxi indagine della procura di Venezia sul Mose per cui ha patteggiato una pena di quattro anni per corruzione e rivelazione di segreti.

Per i pm di Venezia, Spaziante, che era stato anche vicedirettore del Dis e comandante in seconda della finanza, spifferava notizie sull’inchiesta e faceva pressioni per aggiustare la verifica fiscale sul Consorzio Venezia Nuova, in cambio della promessa di una tangente di 2,5 milioni di euro. 

Un troncone di quell’inchiesta, dopo gli arresti del 4 giugno 2014, è stato mandato a Milano dove Mattei è finito indagato per corruzione e riciclaggio nell’ambito degli accertamenti patrimoniali sul nucleo famigliare del generale Spaziante: secondo l’accusa raccoglieva i soldi in contanti e li tramutava in assegni che versava sul conto dell’alto ufficiale.

Oggi il neoleghista Mattei non vuole ricordare quei trascorsi giudiziari, reati su cui dopo il trasferimento del fascicolo a Roma per competenza è intervenuta la prescrizione. «Sono cose vecchie e io non c’entro niente. Mi occupavo solo di “tecnicismi”, andare in banca, fare assegni, cose che hanno fatto tutti gli italiani del mondo», spiega Mattei.

I pm di Milano invece gli attribuiscono un ruolo chiave nella gestione e nell’acquisto di numerosi beni poi confiscati a Spaziante. Nel decreto di sequestro firmato nel 2015 dal gip Claudia Valori, Mattei viene collocato in quel gruppo di «ufficiali, sottufficiali o ex appartenenti alla Guardia di finanza che, pur non avendo alcun interesse nell’acquisto, hanno emesso assegni, disposto bonifici, consegnato somme» per conto del generale – a cui nel 2015 è stato rimosso il grado –  «in modo da schermare la provenienza del denaro». 

Accuse che lo stesso Mattei non ha rigettato nei processi: la Cassazione nella sentenza del 2019 che rende definitivi i sequestri scrive che «ha sostanzialmente confessato la commissione di reato di ricettazione e/o riciclaggio».

Chi ha voluto Mattei nel partito di Salvini? Il commercialista romano ci tiene a ridimensionare il suo ruolo nella Lega: «È solo un incarico tecnico che non ha nulla a che vedere con la politica, non conto niente», assicura Mattei. Ma per Paola Carnevale, la responsabile dell’area Attività produttive della Lega nel Lazio che ha firmato la sua nomina, si tratta invece di «una delega importante che ha un valore sia tecnico che politico dovrà fare delle proposte su argomenti tributari e fiscali», spiega.

Proposte che poi serviranno per orientare le politiche del partito. Era lo stesso Mattei a rivelare ai suoi contatti di aver scelto la Lega per avere la possibilità di «fare modifiche e proposte di legge». Carnevale però precisa di non conoscerlo: «Il nome mi è stato indicato dal coordinatore regionale Durigon, è stato Claudio a mandarmi il suo cellulare e a dirmi che doveva lavorare su Roma».

Durigon raggiunto al telefono da Domani conferma: «L’ho voluto io, me l’hanno presentato e si è messo a disposizione. Ci sta dando una mano, tutto qui. Non sapevo neanche che fosse un ex appartenente alla Finanza».

È al corrente dei suoi trascorsi giudiziari? «Non lo so. Sono sue cose personali, sentite lui». Poi in serata la Lega corre ai ripari: «Abbiamo chiesto a Lamberto Mattei di fare un passo indietro e si è dimesso», comunica la responsabile Carnevale. Ma la figlia Federica resta candidata con Michetti.

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