Ragazzi pestati davanti alle porte del liceo Michelangiolo di Firenze: la Digos conferma che gli aggressori erano sei, tre maggiorenni e tre minorenni, appartenenti ad Azione Studentesca, la palestra politica dove si fanno i muscoli i futuri quadri dirigenti di Fratelli d’Italia e in passato presieduta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Un video ha ripreso i calci e i pugni, e qualcuno uscire dalla scuola e cercare di fermare gli aggressori. «Scappa, scappa, scappa» urla un ragazzo. «Fascisti di merda!», li accusa un altro. Alla fine è stato chiamato il 113.

Il volantinaggio

Secondo quanto ricostruito dalla Digos della questura, tutto è partito da un volantinaggio davanti alla scuola da parte dei giovani di Azione Studentesca, che avrebbero acceso una discussione con due studenti del liceo. 
Riguardo alla responsabilità per i fatti successi, i sei giovani adesso potrebbero essere accusati del reato di manifestazione non preavvisata e lesioni personali se le vittime presenteranno querela.

Azione Studentesca ha sede presso Casaggì, lo spazio «identitario», nato nel 2005 come luogo dei giovani di Alleanza nazionale, ma decisamente spostato a destra e con richiami al fascismo evidenti sui muri della sede. Qui, come raccontato su Domani, si mescolano destra istituzionale ed extraparlamentare, che può permettersi l’utilizzo di simboli più radicali.

Nelle stanze di Casaggì si sono formati militanti poi diventati consiglieri comunali o regionali con FdI. Allo stesso tempo c’è un solido legame con i neofascisti del terzo millennio di CasaPound. La comunione con Fratelli d’Italia è non solo storica, ma pubblicizzata, visto che fino a pochi giorni fa commemoravano insieme il Giorno del Ricordo per le vittime delle foibe.

«Malgrado il freddo polare, l'orario “lavorativo” e una sola settimana di impegno organizzativo, centinaia di persone hanno preso parte alla tradizionale commemorazione - lanciata dal Comitato 10 febbraio e organizzata da Casaggì, con la partecipazione di Fratelli d’Italia e dei suoi movimenti giovanili - in ricordo dei Martiri delle Foibe e degli esuli istriani, giuliani e dalmati. Un momento di identità incarnata, di memoria condivisa e di sincera testimonianza, per restituire dignità storica alle vittime della pulizia etnica perpetrata dai partigiani comunisti titini».

La matrice

Fratelli d’Italia, prima che la polizia chiarisse che gli aggressori erano proprio loro, da una parte condannava le violenze, dall’altra ha generalizzato: «Auspichiamo che venga fatta chiarezza sull'episodio con la corretta ricostruzione dei fatti e auspichiamo che tutti, soprattutto coloro che rivestono incarichi istituzionali come ha fatto il sindaco di Firenze, abbiano la stessa accortezza nel commentare l'accaduto». Senza «additare responsabilità prima che le stesse siano acclarate, cosa che rischia soltanto di alimentare ulteriormente un clima già troppo pesante». Una cautela che l’esecutivo non ha usato con i ragazzi di Ultima generazione, visto che per le botte bisogna capire l’origine, per la vernice lavabile la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha subito detto che era oltraggiosa e incivile.

Il primo a lanciare l’allarme è stato il sindaco di Firenze, Dario Nardella: «Un’aggressione squadrista di questa gravità e davanti ad una scuola è un fatto intollerabile - commenta - Ho parlato il Questore perché venga fatta chiarezza al più presto e vengano individuati i responsabili». In serata ha chiesto che tutti condannino l’origine politica delle violenze una volta acclarate. Il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, lo ha definito «un attacco da squadraccia fascista in piena regola». Si prepara a presentare un’interrogazone al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: «Sarò molto chiaro. Queste formazioni, nei fatti neofasciste, devono essere sciolte», ha detto facendo tornare in auge il dibattito che si era svolto dopo che leader e militanti di Forza Nuova avevano assaltato la sede della Cgil insieme ai no green pass nel 2021. Allora Meloni, all’opposizione durante il governo Draghi, aveva detto di non avere chiara «la matrice». Dopo solidarietà unanime e due mozioni in parlamento ridimensionate, rispettivamente alla Camera e al Senato, era finito tutto in un nulla di fatto. Adesso «pretendiamo risposte inequivocabili dai loro rappresentanti istituzionali in Parlamento e al governo, che devono condannarli senza esitazioni e riconoscerne l'evidente matrice».

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