Il giorno scelto per il vertice di governo certamente non è stato il più propizio. La premier Giorgia Meloni ha incontrato a palazzo Chigi i suoi due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini proprio mentre i primi exit poll di Genova, Ravenna, Taranto e Matera davano le prime avvisaglie del successo del centrosinistra, due delle quali al primo turno.

In particolare a Genova, ex feudo di centrodestra guidato dall’attuale governatore ligure Marco Bucci, la sconfitta è cocente perché il candidato e reggente del comune Pietro Piciocchi non ha nemmeno raggiunto il ballottaggio. Un risultato più che magro – con FdI intorno al 13 per cento più che doppiata dal Pd – dopo che Tajani, ma soprattutto Salvini, si sono spesi in campagna elettorale (Meloni si è limitata a un videocollegamento durante la manifestazione di chiusura).

Prima ancora della fine ufficiale dello spoglio, Piciocchi ha chiamato Silvia Salis per congratularsi. Nessun commento, invece, dai vertici della maggioranza.

Il voto amministrativo «vale quel che vale», è il commento più ripetuto dentro Fratelli d’Italia, dove pure la sconfitta brucia, e anche Lega e Forza Italia minimizzano. Tuttavia sanno che non è bene ignorare alcun segnale politico, in vista della difficile stagione delle regionali che si aprirà con l’autunno. Toscana, Puglia, Marche, Veneto, Campania saranno le prossime regioni al voto e il centrosinistra punta al 4 a 1, lasciando al centrodestra solo il Veneto ma riconquistando la Marche.

Il vertice

In questo clima di nervosismo si è svolto l’incontro tra alleati di governo: un’ora e mezza di confronto serrato, prima che Meloni procedesse con i suoi incontri istituzionali e poi con il consiglio dei ministri. Sul tavolo i temi non sono mancati, anche perché era da tempo che i tre non si ritrovavano nella stessa stanza per fare il punto della situazione. Meloni ha aggiornato gli alleati, tra le altre cose, sul colloquio telefonico avuto con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in cui è stata messa al corrente del confronto tra Ue e Donald Trump, che ha portato alla sospensione fino al 9 luglio dei dazi fino al 50 per cento.

I punti di frizione rimangono molti: la questione del terzo mandato rimane un nervo scoperto, anche se Salvini è apparso meno categorico sul punto rispetto ai suoi governatori e anche allo stesso ministro leghista Roberto Calderoli. FdI e FI sono contrari e una qualsiasi discussione non potrà prescindere anche dalla spartizione delle candidature per le prossime regionali, che ad oggi rimane questione più che aperta e anche più esplosiva, soprattutto tra FdI – che aspira a una regione del nord- e la Lega.

Anche i rapporti con il Colle sono tutt’altro che sereni, dopo il pasticcio della Lega sul dl Infrastrutture e i controlli antimafia. Il vicepremier leghista sembra deciso a tenere il punto e rinfilare via emendamento la norma espunta da Sergio Mattarella, ma anche su questo dovrà trovare la sponda degli alleati.

Ci sono in fine i prossimi provvedimenti da mettere a terra: il via libera al contestatissimo dl Sicurezza, tanto per cominciare, e poi le riforme a partire da quella della Giustizia.

Intanto, Meloni ha annunciato ufficialmente l’arrivo dell’America’s Cup a Napoli: «Simbolo di come il governo ha messo il Sud al centro dello sviluppo della nazione». Il prossimo appuntamento da attenzionare, invece, è per il titolare della Farnesina Tajani: domani sarà alla Camera per una informativa sulla situazione nella striscia di Gaza.

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