- «Abbiamo fatto scelte nette, per questo dicono che siamo troppo di sinistra. Ma siamo pragmatici», dice Lepore, il candidato strafavorito del centrosinistra. Da destra Battistini manda segnali di pace, ma è ostaggio dei conflitti fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il ruolo dei moderati, quello dei riformisti. E quello di don Matteo (Zuppi).
- Il senatore forzista Cangini: «Paradosso tutto bolognese per cui l’establishment lancia sulla scena politica, nel ruolo di sindaco già deciso, il candidato più di sinistra. Avere sindaci deboli è funzionale all’establishment e l’establishment è Unipol».
- L’imprenditore Bernardi: «Qui si vive bene, ma la qualità di vita di una città non può essere disgiunta dalla sua crescita altrimenti tornano alla mente quei due aggettivi del cardinale Giacomo Biffi, “sazia e disperata”, che sono terribili.
Di che colore diventerebbe “Bologna la rossa”, già, sempre rossa nelle fantasie collettive nazionali, se si buttasse ancora più sinistra, come preconizzano con una smorfia di dolore quelli che non voteranno il candidato Matteo Lepore? È un dilemma politico-cromatico quello della vigilia del voto amministrativo del capoluogo emiliano. Il candidato del centrosinistra è dato come ultrafavorito. Ieri il primo confronto con lo sfidante del centrodestra, Fabio Battistini, imprenditore di una piccola



