Il presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini si prepara a confrontarsi con i membri del governo uno a uno: Palazzo Chigi aveva preannunciato la convocazione dopo la loro lettera, così Bonaccini lunedì vedrà la ministra Maria Stella Gelmini, il generale commissario Paolo Figliuolo e il capo della protezione civile Edgardo Curcio. Nei giorni successivi il ministro dell’economia Daniele Franco sul piano nazionale di ripresa e resilienza e «appena dopo Pasqua il presidente Mario Draghi per fare il punto su questi dossier». Lo ha detto questo pomeriggio intervenendo a Mezz’Ora in Più su Rai 3.

Bonaccini, per i problemi sulla campagna vaccinale continua a puntare il dito sulle dosi, ma assicura che le regioni, nonostante le dichiarazioni di Veneto e Campania, non si approvvigioneranno del vaccino russo Sputnik: «Non possono, devono aspettare l’agenzie Ema e Aifa», mentre sulla riapertura delle scuole non è detto che tutte le regioni rispetteranno il dettato del governo, che si prepara alla riapertura dopo Pasqua fino alla prima media anche in zona rossa.

Vaccini

«Se a noi arrivano i vaccini promessi» visti gli accordi per 52 milioni fino a luglio, e altri 80 milioni fino a settembre, «tutti gli italiani che lo voranno potranno essere vaccinati». Adesso «l’Italia e l’Europa devono pretendere quello che vergognosamente le multinazionali non hanno fatto, visto che hanno tagliato le dosi dopo che hanno preso i finanziamenti pubblici per la ricerca» ha risposto il governatore.

Sputnik

Scettico sul vaccino russo: «Nessuna può acquistare senza Ema ed Aifa, anche volendo. Se cambieranno le regole immagino che ciascuno si adeguerebbe». Secondo il suo giudizio, se qualcuno lo facesse, potrebbe succedere che «il generale Figliuolo, commissario, chiederebbe che vengano suddivisi per gli italiani. Siamo una nazione». Mentre parlava, il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha pubblicato un post su Facebook per fare pressioni sul governo perché velocizzi le verifiche: «Si può tranquillamente fare una verifica sull’efficacia del vaccino in un mese, non in sei mesi».

Sileri e gli anziani

Il problema ha detto a più riprese «non è l’organizzazione, sono le dosi». Resta ancora aperta la questione delle fasce da vaccinare. L’ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, ha ricordato a Bonaccini che in Emilia Romagna è recentemente scomparso il “Re del liscio” Raoul Casadei e che la vaccinazione degli ultraottantenni procede a rilento. Bonaccini ha replicato: «Adesso che arriveranno più dosi stiamo telefonando per anticipare le prenotazioni». Entro aprile «con la seconda dose tutti gli ultraottantenni». Il rallentamento sulle dosi per anziani è stato dovuto al fatto che inizialmente il vaccino AstraZeneca aveva dei limiti d’età, ormai superati. L’introduzione dei professori universitari tra le categorie da vaccinare «è stato introdotto quando è stato inserito il personale scolastico quando prima si terminano gli ultraottantenni. In Emilia-Romagna Ci sarà una sospensione». Bonaccini ha confermato di appoggiare l’ipotesi del vaccino obbligatorio per il personale sanitario.

Il viceministro Paolo Sileri, intervenendo a Domenica In ha detto attualmente sono stati vaccinati «circa 2.200.000 di anziani, cioè il 50 per cento, ha ricevuto la prima dose del vaccino e questi numeri stanno crescendo in maniera importante, per la prima settimana di aprile, la gran parte degli over 80 avrà ricevuto la prima dose. Una volta protetti i fragili e gli anziani, il numero dei contagi calerà drasticamente, vedrete che diminuiranno in maniera evidente».

Scuola

Il governo ha detto Bonaccini, «è giusto che preveda da dopo Pasqua che fino alla prima media si possa tornare a scuole, come faceva il governo Conte», le regioni però, ha ricordato, «non possono allargare le misure, ma possono restringerle ulteriormente». Anche se il governo permetterà di riaprire le scuole fino alla prima media «se una regione per ragioni proprie vuole chiudere più scuole può farlo, perché finora è quello che è successo con i Dpcm. Si può restringere ulteriormente, non si possono allargare le decisioni». In Emilia Romagna però, ha garantito, si apriranno.

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