- Le polemiche sull’eliminazione del bonus cultura rendono palese uno dei vizi dei governi nazionali: le politiche pubbliche non sono oggetto di valutazione, ma paiono sempre assistite da una sorta di presunzione di efficacia.
- La nobiltà dell’obiettivo perseguito giustifica la spesa pubblica, e tanto basta.
- Il governo che introdusse la misura e quelli successivi che l’hanno finanziata non si sono preoccupati di stabilirne gli effetti attesi, né di definire i criteri per misurarne l’efficacia.
Il bonus cultura, vale a dire la somma di 500 euro destinata ai neo-diciottenni per consumi culturali, non sarà cancellato, come era stato proposto in un emendamento alla legge di Bilancio. Probabilmente, il cambio di rotta è stato determinato dalle polemiche sorte al riguardo, motivate – in sintesi – dalla considerazione che la spesa destinata alla cultura è lodevole per definizione. Proprio tali polemiche inducono a rilevare, per l’ennesima volta, un vizio delle politiche pubbliche nazion


