Il presidente britannico dice no «a una cattiva pace» e si schiera ancora a favore delle armi a Kiev: «Gli ucraini dovrebbero essere sostenuti, con l’equipaggiamento che ci stanno chiedendo»
Il premier britannico Boris Johnson in un’intervista al Corriere della Sera dice no a una cattiva pace in Ucraina e invita l'Occidente a non fermarsi. «Putin deve fallire», ripete ai giornalisti del quotidiano spagnolo El Mundo, al francese Le Monde e alla tedesca Suddeutsche Zeitung che lo hanno interrogato insieme all’italiano.
Per Johnson, in Ucraina bisogna tornare ai confini esistenti prima del 24 febbraio: «Il territorio ucraino deve essere restaurato, almeno nei confini prima del 24 febbraio, la sovranità e la sicurezza dell'Ucraina devono essere protette», sottolinea.
Il presidente racconta: «Se vai lì e parli con gli ucraini, con Zelensky, che loro non cederanno territori in cambio della pace, non faranno un cattivo accordo. Non vogliono essere forzati a un negoziato». Johnson è andato a sorpresa a Kiev cinque giorni fa.
Il premier si schiera ancora una volta a favore dell’invio di armi, tema che sarà affrontato anche nel Consiglio europeo dei capi di stato e di governo di oggi. «Questo è il momento per provare a rovesciare le cose. Fintantoché gli ucraini sono capaci di montare una controffensiva, dovrebbero essere sostenuti, con l’equipaggiamento che ci stanno chiedendo».
E spiega: «Quello che dobbiamo fare è lavorare assieme come europei per evitare quello che credo sarebbe un disastro, ossia una cattiva pace in Ucraina, costringere gli ucraini ad accettare termini che dovrebbero essere un anatema per gli europei».
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