L’ultimo arrivato è un volto noto del tg satirico Striscia la Notizia, Marco Camisani Calzolari. Dall’1 marzo è entrato infatti nello staff personale del sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti.

Al meloniano serviva un «esperto di competenze digitali», e così ha scelto Camisani Calzolari, già consulente dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza per 130mila euro. Scaduto un contratto, ne spunta un altro.

Del resto Camisani Calzolari aveva prestato il proprio volto per lo spot sui Punti “digitale facile”, come raccontato da Domani. In quel caso il divulgatore aveva specificato al nostro giornale di non aver «ricevuto alcun compenso» per quei video e di aver fatto solo da testimonial a titolo gratuito.

Intanto dal dipartimento ha ricevuto la consulenza fino alla fine di febbraio 2026 con un compenso di 80mila euro all’anno lordi. L’esperto di digitale è in nutrita compagnia: nei vari uffici, che fanno capo a Butti, ci sono centinaia di collaboratori. Dentro c’è una schiera di fedelissimi, dirigenti di partito, insieme a candidati non rieletti.

Milioni per le consulenze

La spesa totale del dipartimento, stando ai contratti in vigore, ammonta a oltre 12 milioni di euro l’anno (conteggio che esclude la precedente infornata del predecessore all’Innovazione Vittorio Colao fatta a fine legislatura). Esistono, nel marchingegno normativo, tre diverse di articolazioni: ci sono i consiglieri diretti del sottosegretario Butti (in carica ce ne sono più di 40 per un costo di oltre due milioni di euro), i consulenti del dipartimento della Trasformazione digitale (Dtd) e infine quelli del sottosegretario all’Innovazione.

La motivazione di questa spesa abnorme? «Per la realizzazione del Pnrr, il governo Draghi aveva previsto un numero massimo di 478 esperti», spiegano a Domani dal dipartimento. Anche se, alla fine, molti profili poco hanno a che fare con compiti legati al Piano. E per una volta i progetti di Draghi non sono stati modificati.

Il dipartimento respinge la versione di costi più alti. «Al momento dell'insediamento del Sottosegretario Butti, il Dtd aveva assunto 389 esperti, mentre all’1 aprile 2025 sono 374. Di questi, circa il 70 per cento sono esperti che avevano già ricevuto l’incarico dal ministro Vittorio Colao (predecessore di Butti, ndr)», In pochi mesi, comunque, i rinnovi di Butti sono fioccati.

E non mancano le new entry come Camisani Calzolari. Tra queste c’è Roberto Soj, volto noto delle società pubbliche in Lombardia molto apprezzato a destra, già manager di Aria, che si occupa degli acquisti della regione.

A lui è stato affidato il ruolo di Technical Project Manager con una retribuzione di 50mila euro annui fino al gennaio 2026. Soj è stato anche componente della direzione scientifica di Motore Sanità, osservatorio del settore salute che nel 2024 in Lombardia ha scelto Villa Erba, a Cernobbio, come sede della winter school, alla presenza del sottosegretario.

La stessa location scelta dal dipartimento per il G7 digitale e tecnologia e per il Comolake, l’evento privato ma con un interessamento diretto Lisa Giussani, moglie di Butti, fin dalla ricerca dei partner per la seconda edizione.

La fiamma e il lago

Del resto è cosa nota: il sottosegretario è attentissimo al territorio. Molti consulenti provengono dalla Lombardia, in particolare da Como, sua città natia. Il legame è a volte di vecchia data come nel caso di Nicolò Macrì, di professione social media manager. Da anni è il gestore del sito e delle pagine social di FdI Como.

Al Dtd è «esperto in relazioni pubbliche e comunicazione», inizialmente con uno stipendio di 40mila euro all’anno. I servizi sono stati particolarmente apprezzati dal suo mentore politico. Da aprile c’è stato il ritocco verso l’alto: la ral è salita a 60mila euro. Macrì non è solo un comunicatore fedelissimo di Butti: è anche consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ponte Lambro, comune di 4mila abitanti in provincia di Como.

Lo scorso anno ha provato a diventare candidato sindaco, ma è finito alle spalle degli altri due avversari, fermandosi poco sotto il 20 per cento dei voti. Sempre tra comunicazione e relazioni pubbliche, mescolate alla politica, spunta la consulenza (65mila euro) a Enrico Turato, consigliere municipale a Milano per Fratelli d’Italia. Nel curriculum riporta, tra varie cose, le attività svolte per il ComoLake 2023. La fiamma post missina arde al dipartimento. Il sottosegretario ha voluto come consigliere anche Stefano Molinari, già consigliere comunale e consigliere provinciale a Como.

A Largo piazza Brazzà, sede del dipartimento, è stato arruolato come account manager per 50mila euro lordi all’anno. Il legame politico con il sottosegretario è solido: è stato a lungo coordinatore provinciale a Como. Nel 2023 è diventato presidente provinciale del partito di Giorgia Meloni. Se gli incarichi interni non sono mancati, i risultati elettorali sono il suo tallone d’Achille. Nel 2022 è stato candidato alle politiche alla Camera. Il posto in lista non era dei migliori e non è scattato il seggio.

Molinari ci ha riprovato alle regionali in Lombardia l’anno successivo: nemmeno in questo caso, nonostante la vittoria del centrodestra, ha conquistato un seggio. Il sottosegretario ha trovato uno spazio alla presidenza del Consiglio almeno fino al novembre di quest’anno.

Non ci sono solo i politici del territorio, ci mancherebbe. Butti ha voluto al suo fianco anche dirigenti e professionisti comaschi: un’altra vecchia conoscenza del sottosegretario è Alberto Tolentino, chiamato nelle vesti di «assistente tecnico e coordinatore delle attività».

Tra i vari ruoli occupati nella sua carriera c’è quello di presidente del collegio sindacale di Comocalor, società del comune di Como che si occupa del servizio di teleriscaldamento. Tanto per ribadire lo stretto legame con il territorio nello staff del sottosegretario è transitato Marco Ambrosini, ex amministratore di Villa Erba, a Cernobbio, ormai noto scenario prediletto per gli eventi preferiti da Butti. Ambrosini è stato consigliere solo per un anno, poi ha lasciato e non risulta nella lista dei consulenti.

Daniele Pozzi, altro milanese, è l’esperto dei rischi per 80mila euro. Tante esperienze e un passato da collaboratore nei Palazzi, al Senato all’epoca del Pdl.

La carica dei riciclati

Il territorio, prima di tutto. Ma anche l’attenzione al partito per nomi che vengono – si fa per dire – da lontano. Nello staff di Butti c’è un ex deputato romano, Massimiliano De Toma. Per lui è scattato l’incarico di coordinatore tecnico per una retribuzione di 45mila euro.

De Toma non è un meloniano doc. Ma poco cambia. Nel 2018 ha messo piede a Montecitorio grazie al Movimento 5 stelle. Poi ha cambiato schieramento fino all’approdo all’ombra della fiamma di FdI. La candidatura alle politiche con FdI non è andata a buon fine. Dall’Umbria arriva invece Michele Fioroni, ingaggiato come Chief Innovation office, per 40mila euro: ex assessore allo sviluppo economico sotto la presidenza di Donatella Tesei e in precedenza assessore al comune di Perugia nelle giunte di centrodestra.

Il suo profilo è quello di un altro non allineato a FdI. La particolarità è che nella giunta non veniva considerato uno di FdI, spesso anzi è stato attaccato dai suoi. Butti lo ha comunque preso con sé.

E questa è solo una minima parte dei ricchi contratti che fioccano per i consulenti al dipartimento. Tra i dirigenti spiccano i 140mila euro riconosciuti a Marco Bellezza, già amministratore delegato di Infratel ed ex consigliere giuridico di Luigi Di Maio nel primo governo Conte, e i 130mila dati a Serafino Sorrenti, responsabile della sicurezza delle informazioni. Uno degli uomini più influenti al dipartimento dell’era, insieme a Daniela Grazia Battisti, fresca di rinnovo di un anno a 100mila euro. Nomi più pesanti in mezzo alla marea di consulenze pagate dalle casse pubbliche.

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