Nè il segretario del Pd Nicola Zingaretti, nè il leader di Italia Viva Matteo Renzi lo hanno chiamato. Ex compagno di partito del primo e ministro dello Sviluppo economico del secondo, Carlo Calenda dopo l’unione con Più Europa, il partito di Emma Bonino, per ora non prevede alleati per il gruppo misto appena nato in parlamento.

Nel comunicato congiunto dei partiti pubblicato ieri si legge che vogliono essere «l'alternativa credibile a sovranisti e populisti». Su quanto sperano di conquistare su base nazionale Calenda specifica: «L’8 per cento per essere decisivi nella formazione di un governo e influire sull’agenda».

Su cosa diventerà l'alleanza in parlamento di Azione e Più Europa, però, Calenda non si sbilancia: «Per ora è solo quello che è accaduto. Ma l’obiettivo, quello di ricostruire un polo riformista, liberale e popolare, rimane».
Il leader di Azione continua ad essere positivo sulla candidatura per le elezioni nel 2021: «A Roma l’obiettivo è diventare sindaco. Punto». Il sostegno per la corsa al Campidoglio da parte di Più Europa è stato ufficializzato a ottobre, ma il programma è un altro paio di maniche. Sull’ipotesi che ne venga stilato uno comune risponde: «Lo spero».

La nota congiunta firmata dai senatori Emma Bonino, Matteo Richetti e dai deputati Enrico Costa, Riccardo Magi e Nunzio Angiola riporta che «Azione e +Europa sono accomunate dall'aver scelto l'opposizione intransigente al Governo Conte bis, muovendo da posizioni europeiste e liberaldemocratiche antitetiche a quelle di Lega e Fdi» e spiegano di aver unito le rappresentanze parlamentari in una unica componente nel Gruppo Misto di Senato (+Europa/Azione) e Camera (Azione/+Europa/Radicali Italiani) «perché al di là dei numeri parlamentari intendiamo rafforzare la nostra azione politica di opposizione per una più incisiva critica al governo che sia severa», certo, «ma sempre costruttiva».

Calenda fino a stamattina chiedeva l’intervento di Sergio Mattarella per istituire un governo tecnico, oppure di passare a un rimpasto. Ma la manovra è uno dei momenti “costruttivi”. Alla Camera è appena arrivato il disegno di legge di bilancio: «Come sempre abbiamo fatto valuteremo nel merito, il nostro approccio non cambia».

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