Emilia Romagna, Friuli e Marche da domenica passano in fascia arancione, Toscana e Campania finiscono in fascia rossa, cioè quella a più alto rischio di diffusione di contagio. Se per la Toscana, già in fascia arancione, la notizia era attesa, per la Campania è lo smacco totale del suo presidente, Vincenzo De Luca.

La cui regione, in questi giorni al centro di feroci polemiche e di drammatiche notizie di cronaca, passa in un solo colpo da zona gialla alla massima allerta. La certezza dell’imminente ordinanza arriva nel pomeriggio dal ministero della Salute, dopo una lunga riunione del Comitato tecnico-scientifico.

Ma in mattinata la anticipa il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, rivelando il contenuto di una telefonata fatta al ministro della Salute per avvertirlo che stava per firmare un’ordinanza restrittiva sulla sua città: «Speranza mi ha notiziato che la Campania è zona rossa». L’ordinanza tardiva è quella per cui De Magistris era il bersaglio del presidente di regione. L’atto, con tempismo, arriva un istante prima di quello ministeriale, così diventando inutile. De Magistris vince dunque la sua guerra contro De Luca.

Che del resto ha ingaggiato una lotta titanica. venerdì mattina, in una diretta Facebook, raggiunge l’apoteosi dei suoi già non sobri toni. Se la prende con il sindaco, con il ministro Luigi Di Maio (che lo aveva attaccato a sua volta con durezza), con lo scrittore Roberto Saviano («Un camorrologo di professione ormai milionario che continua a vestirsi come un carrettiere perché fa tendenza»), con il governo («è nel caos, vada a casa»). E con il consulente del ministero della salute, Walter Ricciardi, a cui De Luca annuncia querela perché da giorni l’igienista in tv dice che la Campania doveva essere zona rossa da tempo.

Cosa bizzarra, in effetti, visto che il ministero continuava a tenerla invece in zona gialla. Poi però c’è stato l’episodio drammatico della morte del signor Giuseppe Cantalupo all’ospedale Cardarelli. E ci sono stati i giorni di lavoro degli ispettori del ministero negli ospedali campani. Le loro osservazioni severe sono state determinanti. Insieme ai dati più recenti, quelli che di fatto fanno saltare l’algoritmo dei 21 parametri. Il ministro non dice che i numeri inviati da De Luca sono falsi o falsati: altrimenti dovrebbe spiegare perché nella cabina di regia erano stati bollinati, e avevano portato la regione nella fascia gialla.

«Non più gestibile»

Ma il peggioramento non riguarda solo la Campania. A fine giornata il report settimanale della cabina di regia del ministero è la foto di un paese sotto le bombe: l’Rt, l’indice di trasmissibilità del contagio rallenta per effetto delle misure di distanziamento fisico.

Ma la situazione è «complessivamente e diffusamente molto grave sull’intero territorio nazionale», la crescita dei contagi rende frequente «l’impossibilità di tenere traccia di tutte le catene di trasmissione» e porta a «un rapido aumento del carico sui servizi assistenziali» «sia in area critica che non critica».

Volge al peggio ovunque: «Sono in aumento le regioni classificate a rischio alto e/o equiparate a rischio alto per 3 o più settimane consecutive, questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale», «Venti regioni sono classificate a rischio alto e una a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese configurando di fatto su tutto il territorio nazionale un rischio elevato di epidemia non controllata e non gestibile».

È una fascia rossa estesa a tutto il paese, ma questo il report non può dirlo. I dati di giornata contano 40.902 nuovi contagi, 550 decessi (in forte diminuzione rispetto ai 636 di giovedì) e di 3.230 persone in terapia intensiva (più 60 rispetto a giovedì). Le regioni dove aumentano di più i contagi sono la Lombardia (10.634), il Piemonte (5.258), la Campania (4.079), il Veneto (3.605), il Lazio (2.925), Toscana (2.478) e l’Emilia Romagna (2.384).

La questione non è solo campana, ma in Campania si consuma lo scontro politico più forte. Tutti ormai devono abbandonare De Luca alle sue prove di forza disperate. Lui prova a correre ai ripari spiegando di essere stato un pioniere delle chiusure: «Il governo ha deciso che bisognava tenere aperte le scuole.

Ricordate le dichiarazioni della Azzolina supportate dal presidente del Consiglio. Adesso hanno fatto ciò che noi abbiamo fatto un mese fa e nessuno ha chiesto scusa». Ma la gestione altalenante e la continua competizione con il comune, ma soprattutto con il ministero, insieme agli ultimi dati, hanno un solo esito: zona rossa.

Di Maio si prende l’ultima soddisfazione contro il presidente «invotabile» per i Cinque stelle: «Sembra che venerdì in conferenza Stato-Regioni il Presidente De Luca abbia improvvisato una sceneggiata napoletana», scrive in una nota lui, campano nato ad Avellino e residente a Pomigliano d’Arco, «rifiutando ogni tipo di aiuto del governo, dai militari al supporto di medici e ospedali fino alla protezione civile». Ha aggiunto: «Adesso inviamo gli aiuti alla Campania e mi auguro che il presidente, con un pizzico di umiltà che non fa mai male, sia in grado di accettarli».

«Le tende sanitarie dell’esercito sono collocate davanti agli ospedali in tante regioni d’Italia non si capisce perché in Campania non possano esserci. Spettano a De Luca le responsabilità di aver malgovernato la sanità campana negli ultimi anni», ha concluso Di Maio.

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