- «Legittimo che Letta chieda conto di alcune simpatie di Meloni, come Orbán, ai polacchi di Giustizia e libertà. E inutile invece drammatizzare la campagna elettorale con un allarme che non c’è. Se vincesse Meloni, nessuno metterà il mitra a spalla per fare la Resistenza».
- «La questione della fiamma è un tema che prima o poi lei dovrà affrontare. È un elemento di continuità simbolica, un tratto identitario. Ma la inchioda a un passato».
- «Per chi conosce la destra italiana, lei è protagonista di un cambio generazionale. Nelle sezioni del vecchio Msi trovavi i manifesti della Rsi e le foto di Borghese. Il limite di Meloni sta nel tratto militante di un piccolo mondo chiuso».
La classe dirigente di Fdi non nasce dal nostalgismo fascistizzante e la sinistra sta sbagliando i toni della campagna elettorale, secondo il politologo Alessandro Campi. «Resta che l’appuntamento del centenario della marcia su Roma sarà una prova di responsabilità per Giorgia Meloni: se qualcuno dei suoi avrà atteggiamenti ambigui dovrà trovare la forza di troncare». «Con gli appelli per salvare la democrazia di Letta non sono indulgente. Non si può passare allegramente dalla partecipazione



