La riapertura delle scuole continua a infiammare il dibattito tra i presidenti di regione e il governo. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha annunciato di aver firmato una nuova ordinanza con cui rinvia la ripresa della didattica in presenza nelle scuole superiori, confermando la didattica a distanza al 100 per cento fino a fine gennaio. Secondo il leghista, «tutti gli esperti scientifici a partire dal professor Palù, affermano che aprire le scuole in questo momento non è prudente. Questa decisione comporta sicuramente un sacrificio per i ragazzi, ma dovevamo farlo per il bene della comunità». Zaia ha precisato quindi di aver dato mandato alle aziende di trasporto di adeguare la programmazione dei trasporti pubblici all'ordinanza aggiungendo però che non c’è «nessun problema con i trasporti».

Riguardo alla nuova ordinanza, essendo la scuola una competenza non regionale, Zaia ha precisato che «la regione può intervenire con un'ordinanza viste le condizioni di rischio sanitario. Non c'è nessuna contrapposizione a livello nazionale, né mi meraviglia che la ministra Lucia Azzolina si batta per la riapertura delle scuole. Noi tutti vorremmo che le scuole riaprissero, ma non ci sembra prudente in questo momento». Il presidente del Veneto ha quindi escluso qualunque implicazione politica. «Penso che molti colleghi prenderanno provvedimenti simili, ma si tratterà sempre di ordinanze solo sul profilo sanitario, perché bisogna rispondere ad ogni situazione con contenuti ad hoc. Figuriamoci se faccio un'ordinanza per fare dispetto al ministro».

Le posizioni di Friuli Venezia Giulia e Marche

Una decisione simile è stata presa dalla giunta regionale del Friuli Venezia Giulia. L'assessora regionale all'Istruzione Alessia Rosolen in conferenza stampa ha detto di avere prorogato la didattica a distanza per le superiori spiegando che la decisione è stata presa per «dare certezza sui tempi alle scuole e la garanzia di potersi organizzare almeno fino al 31 gennaio». Inoltre ci sarebbe «il motivo più ampio dei dati epidemiologici: le scuole sono pronte con piani di rientro a cui ha partecipato anche la Regione ma lo abbiamo deciso anche per ridurre al minimo l’esplosione dei dati. La scuola non è avulsa dal contesto regionale».

Il presidente delle Marche, Francesco Acquaroli, ha annunciato che emetterà domani un'ordinanza che prevede la didattica a distanza per le scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, al 100 per cento fino al 31 gennaio. «È evidente – ha detto il vicepresidente della regione, Mirco Carloni – che la positività più alta sia tra i giovani dai 10 ai 19 anni, asintomatici, ma vettori di contagio, anche in relazione alla variante inglese. Stiamo lavorando perché le Marche restino nella fascia gialla e pensiamo che le lezioni per gli studenti delle scuole superiori debbano continuare a distanza».

Sulla questione scuole è intervenuto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, dicendo: «Siamo stati in riunione ieri con il governo fino alla mezza. C'è una parte del governo che vorrebbe il rinvio e una parte che si impunta per l'apertura il 7 con il rischio che però l'11 si possa richiudere di nuovo". Secondo Cirio, «il governo non ha ancora una posizione chiara sulla riapertura delle scuole».

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