Negli ultimi giorni Carlo Calenda ha dovuto spesso difendersi dalle domande su Renzi: il suo socio lo farà fuori? Quali saranno i pesi interni del nuovo gruppo, si è reso conto di avergli ceduto i meglio posti in lista? Questioni che si pongono a chi ha deluso qualche aspettativa. Non sembra alle porte l’exploit su cui il leader di Azione ha scommesso rompendo dopo poche ore averla firmata l’alleanza con Letta, obbedendo si suoi grandi elettoriì irritati dal matrimonio politico con il Pd. Quella rottura gli ha tolto l’attenzione a cui lo avevano abituato i media. Calenda ha provato a risolverla come meglio sa fare, attaccando tre volte al dì l’ex alleato.

Poi c’è stato l’amaro caso del “disconoscimento” di Draghi nei confronti dei suoi piccoli fan del Terzo Polo che professano la sua agenda e promettono il suo ritorno a palazzo. Il premier prima ha lasciato filtrare la richiesta di non essere tirato in ballo, poi ha pubblicamente negato l’esistenza dell’agenda, infine ha respinto il rientro a Palazzo Chigi. Ha ragione Calenda: a domanda sul bis, il premier non poteva che rispondere no. Ma l’episodio è stato un assist per gli avversari. Anche perché il vento mediatico che gli aveva gonfiato le vele non soffia più. Così quando ha annunciato una diretta social in contemporanea al confronto fra Letta e Meloni – per protesta di essere stato escluso – alla fine nessuno se n’è accorto.

Resta l’obiettivo di rubare voti a Forza Italia, e soprattutto di essere davvero quello che si dice di essere, e cioè il Terzo Polo: il pronostico non promette neanche il quarto. La nuova legislatura potrebbe però offrire una chance a Calenda e Renzi: se la destra non acciuffa la maggioranza al senato, saranno i primi a cui verrà chiesto soccorso. A Calenda l’ipotesi è spuntata in bocca, subito smentita. Sono dunque due le prove che attendono l’ex ministro: la prima, eventuale, resistere alle sirene di un offerta di un governo inguardabile; la seconda, certa, resistere alla voglia di mandare a quel paese Renzi, visibilmente trattenuta per tutta la campagna elettorale.

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