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Si assegnano ai 121 collegi uninominali sei fasce di colore: dalla roccaforte a quello certamente perso, con quattro sfumature, sulla base dei sondaggi e di criteri territoriali. Poi si distribuiscono pro quota. Ma quest’anno l’incognita sono i collegi più grandi e mai sperimentati.
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Prima dei guai giudiziari, Verdini è stato deputato dal 2001 al 2013 e al Senato fino al 2018. Dal 2009, in quanto coordinatore del Popolo delle Libertà ed esperto conoscitore della macchina organizzativa, è stato lui a gestire il tavolo per conto di Silvio Berlusconi.
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Nel 2018 il nostro metodo saltò perché il risultato clamoroso del Cinque stelle al sud sbalzò completamente le previsioni», spiega un esperto deputato azzurro. In questa tornata elettorale, invece, l’incognita imprevedibile è data dal fatto che i nuovi collegi sono molto più grandi, quindi c’è un margine di errore impossibile da calcolare.
Comporre le liste è quasi un mestiere politico a sè: ogni partito ha l’alchimista che conosce i cavilli della legge elettorale e stabilisce cosa conviene fare a seconda dei territori, del perimetro dei collegi e del premio di maggioranza, per valutare come spartire i posti all’interno della coalizione. Poi, è compito del segretario avere l’ultima parola rispetto ai desideri delle correnti su chi collocare dove, chi premiare con un collegio sicuro e chi invece gettare nella mischia in un terr



